Week End ai Laghi

Una due giorni di spinning con l’amico Marco Casu a cui ho mostrato le potenzialità della pesca in laghetto. Spinning, trout area e la domenica l’immancabile gara che ci ha visto competere per un pezzo di pancetta!

La curiosità trova soddisfazione nella novità, non necessariamente nella mera- viglia. Potremmo sintetizzare così quelle esperienze che facciamo mossi dalla voglia di vedere o provare qualcosa di nuovo, a volte sapendo bene che non andremo ad avventurarci in qualcosa di unico e particolare ma in qualcosa che viene considerato standard, basilare o piuttosto comune. Vi voglio raccontare oggi un simpatico esempio di questo concetto applicato, ovviamente, alla pesca e che ha per protagonista un mio caro amico, appassionato di pesca al luccio, al bass e alla trota in torrente. Il protagonista delle seguenti vicende è il professor Marco Casu che i lettori più affezionati hanno già letto fra le pagine di Mondo Pesca (Saboga in Sardegna, agosto 2022). Marco, oltre ad essere appassionato di pesca è anche docente all’università di Sassari nel dipartimento di medicina veterinaria. È un pescatore molto curioso, sempre a caccia di nuovi obiettivi, di nuovi stimoli e di nuovi ambienti dove praticare la nostra passione nonché propenso a cimentarsi sulle ultime tecniche o ad esplorare zone incontaminate. Facendo leva sulla sua curiosità questo inverno gli ho lanciato la “sfida” di venirmi a trovare in Molise per fargli provare due modalità di pesca a spinning che ero sicuro non avesse mai provato: light spinning e trout area in laghetto. Considerando che in Sardegna non esistono invasi per la pesca alla trota, o meglio strutture private a pagamento dedicate alla pesca alla trota, ero piuttosto sicuro che l’effetto novità potesse stuzzicarlo. Detto, fatto. In pochi giorni organizziamo un week end con l’obiettivo di visitare un paio di strutture, pescare in tre diversi laghetti e cercare di mostrare a Marco qualcosa di nuovo, magari non meraviglioso come contesto naturalistico ma senz’altro interessante e denso di stimoli tecnici. 

Marco impegnato in un delicato recupero alla sua prima esperienza in un laghetto artificiale.

Strutture di qualità - Il fatto che queste strutture private siano costruite esclusivamente per consentire ai pescatori di divertirsi in pieno comfort non vuol dire che siano per forza delle “vasche da bagno”, ossia laghetti piccoli, paesaggisticamente spogli e assolutamente poco invitanti. Per il week end abbiamo scelto due strutture di qualità, sicuramente fra le migliori del sud Italia: il comprensorio di laghi di Torcino (Lago dei cigni) ed il comprensorio di laghi di Sistoriccio ad Alife. Entrambe queste strutture puntano sulla qualità, offrendo diversi invasi in cui pescare e praticare più tecniche. Sono luoghi ben curati, con pesce allevato in loco, per garantire il meglio in termini di catture ed eventuale consumo. Ovviamente troviamo bar, bagni, tavolini in prati con aree dedicate anche ai bambini e altro per trascorrere una giornata diversa con tutta la famiglia. Queste strutture sono piuttosto conosciute anche per gli eventi che offrono agli appassionati del trota lago. Queste manifestazioni sono precedute da un’abbondante immissione di trote di taglia mista, con diverse big fino a sei chili. In palio, per le catture delle trote più grosse vengono offerti prodotti enogastronomici del territorio, ma anche telefoni cellulari e televisori, fino al classico maiale. E sì, avete letto bene, sua maestà il porco! Che sia un maialino da 20 o 30 kg, sino al grosso esemplare, suddiviso in mezzene o porzionato, il suino è un evergreen delle competizioni amichevoli in queste strutture. Marco si fa ingolosire anche da questa novità e impostiamo la due giorni in questo modo: sabato mattina pesca a cattura al lago di Sistoriccio, pomeriggio trout area nel laghetto dedicato della stessa struttura. E domenica partecipazione all’evento a Torcino, con caccia alla big trout, sperando di agguantare anche qualche premio suino.

Marco e Alessio con due grosse irride pronte per il barbecue.

Catch and cook - Avendo Marco un background di pescatore a spinning non devo spiegare nulla di tecnico per la cattura, gli illustro solo il regolamento del lago con due indicazioni sulla gestione degli spazi nel proprio picchetto. Questa volta le trote non andranno incontro al consueto catch and release che pratichiamo abitualmente ma le tratterremo per gustarle poi a tavola in compagnia. Qualche lancio per prendere confidenza con artificiali e spazi e siamo operativi. Purtroppo il fronte freddo dei giorni precedenti ha inchiodato le trote sul fondo, rendendo la pesca piuttosto tecnica e difficile. Ma, mentre io sono dispiaciuto perché ovviamente vorrei vedere Marco divertirsi, ecco che la sua canna si piega e si piega per bene! È una big e lui deve lavorala con calma e portarla verso il mio capiente guadino. Fortunatamente il combattimento si conclude al meglio e festeggiamo la cattura di una trota sui tre chili. Niente male come inizio. La mattinata prosegue fra chiacchiere e qualche altra cattura. Alla fine contiamo otto pesci fra i quali due big sui tre chili, una sul chilo e un paio di pesci sui sei etti. Esatto, come starete pensando i numeri non sono alti, ma pescare in una struttura privata non vuol dire andare a fare stragi di pesci e soprattutto spesso e volentieri richiede una discreta elasticità di approccio per capire come fregare le trote, soprattutto quelle grosse. 

Trout area - La prima cosa che colpisce Marco nel laghetto di trout area è l’alta concentrazione di pesce presente. Ma poi, dopo qualche decina di minuti di pesca, nota che i pesci non sono così facili da ingannare come pensava. Quindi gli spiego i principi della pesca a trout area, le dinamiche e gli approcci necessari per avere continuità nelle catture. Ci concentriamo sulle attrezzature e principalmente sulle esche quali spoon, crank, jerk e bottom lures da vertical fishing (no non i jig da mezzo chilo che buttate in testa a ricciole e dentici!). Pian piano l’allievo prende confidenza con spazi, attrezzature e trote e inizia a portare a guadino diverse catture, trovando una buona intesa soprattutto con gli spoon. Alla fine, perdiamo il conto delle catture e vedere Marco che sorride come un bambino è la riprova di quanto possa essere divertente questa pesca anche senza impelagarsi nell’agonismo.

Caccia al porco - La domenica mattina siamo belli fiduciosi e agguerriti per fregare qualche big che valga un premio, ma la gelata notturna e i -4 gradi alle 5:30 del mattino smorzano un po’ il nostro entusiasmo e soprattutto le nostre articola- zioni. Il via all’evento viene dato alle 7:00 quando la temperatura ha raggiunto i -2 e le nostre mani non riescono ad essere operative. Il regola- mento consente di pescare sia con esche naturali che a spinning. Noi ovviamente siamo lì per lanciare ondulanti e compagnia bella e purtroppo ci rendiamo conto che il nostro attaccamento alla tecnica non può niente contro una condizione limite della pesca invernale in laghetto: crollo termico con gelata che porta le trote a girare pigramente in prossimità del fondo, sen-za alcuna voglia di correre dietro un coloratissimo spoon. Facciamo qualche cattura fra un dito ghiacciato e l’altro ma la situazione è piuttosto mogia. Poi arriva la botta di fortuna che incontra la mia prontezza di riflessi: la nostra chance si palesa sotto forma di un grosso maschio di fario che gira apparentemente attivo nel sottoriva. Me lo vedo davanti quando sono quasi a fine recupero, provo a passargli davanti con lo spoon e lui… scatta e lo attacca! Fer-ro con decisione mentre Marco è rapido ed efficace col guadino e final- mente abbiamo la nostra big da portare alla pesatura. Giusto per la cronaca, un pesce di poco meno di due chili, unica fario della giornata e unica big presa a spinnning che ci vale il settimo premio, ossia un bel pezzo di pancetta! Anche l’obiettivo porco è centrato.