Un evento particolare, ben organizzato, in una location su misura, con tanti bravi pescatori e bei premi. Aspettiamo la prossima edizione.
Un evento particolare, ben organizzato, in una location su misura, con tanti bravi pescatori e bei premi. Aspettiamo la prossima edizione.
Cambiamenti climatici? Tempo instabile? Caldo, freddo, vento, onde e pioggia. Niente di tutto questo, a Pula, a metà aprile, al Vertical Contest del 13, ideato da Saltwater Sardinia e organizzato in collaborazione con Matti per la Pesca. Una giornata, bella e irripetibile, ha accompagnato i nove equipaggi che in un campo gara senza confini, sono andati giù, in vertical, con le esche artificiali alla ricerca di dentici, paraghi e sampietro, tanti sampietro. Poche regole ma chiare, spiegate accuratamente al briefing della sera precedente. Unica, ripetuta raccomandazione, la modalità di ripresa vi-deo all’imbarco di ogni pesce, essendo questo l’unico atto che documenta e convalida la cattura. Sabato, alle 7:30 tutti in porto, a Perd’e sali, naturalmente. I più veloci nel varo del gommone sono i primi a passare, quanto mai radenti al molo di levante, e a radunarsi, lì di fronte, in attesa del via. Poi il drone, per le immancabili riprese aeree, il suono della tromba e le scie bianche che scompaiono all’orizzonte.
Nel gommone di assistenza siamo in tre: il boss, Salvatore Palla; Marco Mancinelli, direttore commerciale del gruppo Boscolo Sport, co-sponsor del Contest e il sottoscritto. Casuamente, a bordo ci sono anche tre canne armate e un po’ di minuteria e esche. Quindi i doveri del reporter vengono procrastinati per dare tempo agli iscrittti di fare qualche cattura. Tutto calcolato con ipotetica precisione. E dopo un polpo e due san pietro, in un mare che diventa inaspettatamente, sempre più accogliente e navigabile, ci muoviamo a tutta manetta, alla ricerca degli equipaggi, negli spot che Salvatore, titolare di Saltwater Sardinia, noché dell’accogliente Glemerald hostel, struttura ospitante, e ancora cuoco sopraffino, conosce come le sue tasche. La visibilità e ottima e non si fa fatica a scorgere a distanza i natanti con i pescatori a bordo. Prima, col gommone azzurro di 5 metri, spinto da 100 hp honda, ci avvicinaimo alle poste più frequentate e anche più vicine. Il sole è alto e entrambre le lancette dell’orologio puntano a nord. Non è che ci sia rimasto troppo tempo per finire il rullino, ma l’ottimismo non ci manca.
Si inizia con un carniere colorato, non entusiasmante, ma circondato da tanta simpatia e allegria. Poi, vista la nostra buona volontà veniamo premiati da un bel dentice che qualche ora dopo risulterà la seconda preda più grossa, degna della piazza d’onore. Segue una coppiola di san pietro, anche questa da immaginare su un letto di patate. Poi, a trenta minuti dall’inizio della caccia al tesoro, ci fermiamo dal gommone più brandizzato, per riprendere un altro dentice, non grosso, ma pur sempre un dentice al quale i giudici hanno attribuito il quinto posto. Tra i tanti che hanno approfittato della bella giornata, abbiamo trovato Davide Marroccu, anche lui a slow. Dicono che sia bravino... di certo aveva in gommone un bel dentice. Ma, a chiudere la parentesi “ospiti” c’è uno sconosciuto che dal numero di pesci “celestiali” aveva bisogno di una buo-na dose di patate.
E siamo all’ora. Adesso, sono le 14:15, è il turno degli stranieri, dei polentoni venuti dal nord Italia. Sono quattro, i simpaticissimi fratelli Franchin, pieni di vitalità, una signora, Camilla Antonini, molto sportiva e Federico Rampazzo, il titolare di Borderline, l’azienda veneta, sponsor della manifestazione, che propone con successo e in tutto il mondo, canne da pesca artigianali di ottima fattura. Al timone del Tuccoli 28, l’esperto skipper cagliaritano, grande conoscitore di questa parte del Golfo, Mattia Barrago. Da fotografare hanno quattro san pietro, uno per ciascuno. Chiude il fortunato giro di ricognizione l’equipaggio Old island fishing, anche loro con due san pietro.
E se di patate si è parlato, al rientro, all’Emerald hostel, ad attendere la comitiva, esposto come a un concorso culinario, colorato, con leccornie di tipica matrice sarda, c’era un buffet che solo a guardarlo si poteva svenire. La sala da pranzo si è subito riempita, in gruppi più o meno ordinati, alcuni estemporanei, altri invece storici e a priori organizzati, ma, al posto di “Silenzio parla Agnesi”, un “incomprensibile” brusio montava sulle note più basse. Quindi, dopo le libagioni, succulente e abbondanti, l’organizzazione ha concesso una pausa, una lunga pausa, una lunghissima pausa, pri- ma delle premizaioni. Si socializza, ci si confronta, c’è anche il tempo per fidanzarsi... fortunati. Ma alla fine il tavolo organizzato con i premi appare finito, o forse no.
Ancora un ritocco e i quattro, Salvatore, Fabrizio, Marco e Federico sono pronti per la chiama. Il montepremi è di altissima qualità. Ci sono tre canne da slow di Borderline; uno strumento mutifunzione (ecoscandaglio-gps) Helix di Humminbird, tre canne da slow Matti per la Pesca; tanti insuperabili fili Varivas e tante superlative esche CB One per tutti. Roba da acquolina in bocca. Quindi, sale sul podio, a coprire la terza piazza, grazie a un dentice e un parago, il duo Bacchi, Sabatini. Segue un’altra coppia, Copez-Melis, quella del primo dentice e infine, sul gradino più alto, il grande trio Tronci, Tronci, Orgiana (i primi padre e figlio), i quali, grazie a due dentici, anzi, solo uno, il più grosso della giornata, ben 7 chili e 757 grammi, meritano tra gli applausi scroscianti e i cori da stadio, il primo posto in classifica e la stima di tutti i presenti.
Commenti ()