Vale Tutto
Il “vale tudo” è uno sport da combattimento che si pratica a mani nude e scalzi. Come dice il nome, praticamente è una disciplina senza regole. Ecco, lo spinning in questi mesi estivi somiglia un po’ a questa variante selvaggia delle nobili arti marziali. In estate… vale tutto! Ciò non vuol dire che basta lanciare un pezzo di plastica con attaccata un’ancoretta per avere delle catture. È più corretto pensare che sono molte di più (quasi tutte) le specie che possiamo tentare di pescare. Il limite alla nostra fantasia è imposto dalle restrizioni che in estate agevolano la balneazione. Ma le aree portuali, le scogliere e di notte qualsiasi spot, diventano un ricco terreno di caccia. Certo, come tutte le tecniche di pesca, anche lo spinning ha le sue stagionalità. Abbiamo terminato qualche mese fa di cercare le spigole in foce e le lampughe arriveranno appena prima dell’autunno. Ciò non vuol dire che questi pesci siano spariti: nelle lagune e nelle secche di fronte alle scogliere la “regina” dell’inverno nuota e caccia anche adesso; per la lampuga, pesce pelagico, il discorso è un po’ più complicato, ma si segnalano saltuari avvistamenti anche in luglio, a dimostrazione che… vale tudo. In più, le belle giornate ci esortano a uscire, provare, sperimentare: alla ricerca di nuovi spot, alla ricerca del feeling migliore con canna, mulinello ed esche. Due le strade che sostanzialmente possiamo percorrere: quella liscia e squadrata delle aree portuali e quella più selvaggia che porta alle scogliere lontane dal trambusto della balneazione estiva. In queste righe ci soffermeremo su questa seconda opzione: la pesca in scogliera.
Attrezzi da scogliera
Nella dotazione dello spinner “estivo” non deve mancare una scorta di liquidi da bere (acqua, sali… birra?), necessaria per sostenere il fisico durante la lunga pratica che si effettua in piedi e per lo più sotto il sole. Quando ci muoviamo in scogliera almeno una mano dovrebbe essere libera, poiché l’altra ci serve per tenere la canna da pesca. Quindi, per favore, almeno adesso, il telefonino lasciamolo in tasca. In commercio si trovano numerosi zaini a spalla, pensati per lo spinning. In questi si può alloggiare tutta l’attrezzatura necessaria ed in particolare, almeno una bobina di ricambio (vedremo tra poco il perché). La scelta della canna deve tener in considerazione che peschiamo da posizioni normalmente rialzate. Quindi sarà utile un fusto abbastanza lungo, diciamo oltre i 2 metri almeno, per poter manovrare al meglio gli artificiali di superficie. Infatti uno dei recuperi più realistici di un wtd o di un popper, spesso si fa con la punta della canna praticamente in acqua. Il mulinello più adatto è quello che aiuta a gestire in modo adeguato l’ampio spettro di artificiali che andremo a provare. Vogliamo dare una misura? Intorno a 4000. In bobina, un bel trecciato, abbastanza grosso e resistente ai frequenti sfregamenti sulle rocce che comunque dobbiamo tentare di evitare. Al trecciato si lega sempre il finale in fluorocarbon. E qui, il gioco del “vale tudo” un po’ si rompe. Da una parte la nostra speranza è di intercettare la cattura di grossa mole e allora il finale non dovrebbe scendere sotto lo 0,40.
Ma lo spinning in scogliera spesso è sinonimo di occhiate, saraghetti, cerniotti e la sempre possibile spigola. E allora sarebbe consigliabile un finale intorno allo 0,25. Una soluzione a questo dilemma è quella di dotarsi di due bobine, pronte con finali diversi, da alternare a seconda del target. In questo modo non dovremo sostituire ogni volta il fluorocarbon, se decidiamo di cambiare strategia. Per quanto riguarda le esche, mi ripeto, vale tutto… o quasi. Serra, barracuda, ricciole, e poi occhiate, sugarelli, cerniotti; più di rado piccoli tunnidi e dentici. Un ventaglio così ampio di target impone una dotazione di esche, il più possibile variegata. Se vogliamo limitare la dotazione, vediamo cosa proprio non deve mancare: alcuni piccoli popper e wtd, perché è adesso che lo spinning in superficie trova la sua massima espressione. E poi uno o due pencil (matitoni), da recuperare a punta alta e ad alta frequenza di manovella. Così abbiamo “accontentato” per lo più i serra. Continuando nella nostra cernita, non devono mancare i lunghi jerk palettati: sono le esche più adatte per la ricciola e il barracuda. Limiterei al minimo la dotazione di sinking, artificiali che in scogliera sono sempre a rischio d’incaglio. È rimasto un po’ di spazio in cassetta? Troviamolo comunque per alcune esche da shore, non troppo pesanti. Bastano 20, 25 grammi, una piccola ancoretta e possiamo essere certi che se sono nei paraggi, vedremo subito attacchi di occhiate e piccoli saraghi. Se lo spot scelto è ben conosciuto possiamo estendere la battuta anche al tramonto e oltre. Barracuda, sugarelli e serra potrebbero farci compagnia, per lo più da cercare nelle fasce d’acqua appena sotto la superficie. La prima regola dello spinning estivo è che non ci sono regole, vale tudo.
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