Una Canna Universale
Ricordo perfettamente il mio primo lancio con una canna da spinning. Con cautela, dalla punta di un molo impressi una forza tale da far finire l’esca in acqua, così pensavo, a circa 15 metri di distanza dalla mia postazione. Macché… l’artificiale atterrò ad almeno 30 metri, il doppio di quanto avevo calcolato! Recuperai e feci il secondo lancio, questa volta caricando un pelino anche di spalla: oltre 40 metri, incredibile. Recuperai ancora, cercai di forzare ancora di più e… sssstak! Il mio “Ranger” giallo e rosso, a causa dell’archetto stupidamente dimenticato chiuso, riposa ancora oggi sul fondale del porto. Ma questa è un’altra storia. La canna da spinning, per concetto progettuale, deve essere sì leggera e di dimensioni contenute, ma anche in grado di effettuare lunghi lanci e di portare a guadino pesci di mole quali sono i predatori. Se tali caratteristiche accomunano praticamente tutte la canne da spinning, vi sono, comunque, differenze sostanziali tra i diversi attrezzi in ragione di varie proprietà quali ad esempio la potenza di lancio, l’azione, la rapidità, la lunghezza, la componentistica e, perché no, anche l’estetica. A questo punto ecco la domanda fatidica: “esiste una canna universale?”. Illustrando alcuni semplici concetti, vediamo se tra le poche righe che seguono il lettore riuscirà da solo a trovare la sua risposta (continua sul giornale).
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