Un’Attività da Vivere a 360°
Sarà che i capelli diventano sempre più bianchi, o forse mi turbano i tristi fatti mediterranei che vedono protagonisti culture, etnie e religioni differenti; sta di fatto che sono sempre più diffidente verso le divisioni, le barriere, le discriminazioni. Il punto è che lo stesso approccio per me è valido anche a proposito di pesca. E infatti mi convinco sempre più che questa sia un’attività da vivere a 360°. Mi convinco che questa sia la via per una crescita più veloce, più giusta, integrante. Non hanno senso quindi le divisioni, le barriere, siano esse ambientali o tecniche. Quindi, nessuna discriminazione, se non puramente sportiva, anche a proposito di prede. Il pensiero nasce da una recente esperienza sul lago Omodeo che mi ha costretto a confrontare i due mondi delle acque interne e del mare, per l’ennesima volta. Prendete una spiaggia o un qualunque molo di uno dei maggiori porti dell’isola e la sponda di un qualunque lago sardo allo stesso modo meta abituale del pescatore ricreativo e sportivo. Da una parte, un luogo evidentemente frequentato, dall’altra, l’immacolata purezza di un bene ancora genuino, rispettato. Percepire queste differenze in una società civile, quindi aperta, a 360°, significa abbandonare comportamenti discutibili e valorizzare invece le pratiche più virtuose che portano alla conservazione immacolata dell’ambiente. Stesso discorso vale anche dal punto di vista tecnico, poiché la conoscenza di più discipline sviluppa soluzioni originali che, non solo in ambiente agonistico, fanno la differenza.
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