Tutti al Mare
Cantava così Gabriella Ferri, molti anni fa, e invitava tutti a mostrare le chiappe chiare, strappando a chi ascoltava qualche sorriso. Ma erano altri tempi; oggi la situazione è molto più seria. In ossequio alla decenza ci hanno lasciato in mutande, e forse non tutti potremo andare al mare. Chi può indossi la muta e si immerga in un’altra dimensione, e si dipinga ancora una volta di blu, prima che ci facciano tutti neri. E non importa come ci si va in acqua, a nuoto, da terra, o con un mezzo nautico; importa soprattutto averne rispetto. D’estate le quote operative aumentano in modo sensibile e, in maniera esponenziale, anche i rischi. Spesso molti pescatori subacquei riprendono l’attività dopo una pausa “invernale” che arriva all’alba del primo giorno di ferie d’agosto: forse è superfluo ma è giusto ricordare che l’entusiasmo deve essere proporzionato al nostro reale stato fisico. Procediamo quindi con gradualità nel nostro rinnovato approccio col mare e ricordiamoci che in questa stagione il traffico dei natanti aumenta enormemente. Occhi (e orecchie) ben aperti quindi e pallone o plancetta sempre a seguito, con una ben visibile bandiera regolamentare, per chi si immerge dalla riva. Chi va a pesca con un mezzo nautico potrà contare sulla prontezza di un barcaiolo attento e prudente. Ecco le due categorie di pescatori: quelli a pinne e quelli motorizzati. I primi che spesso si sorbettano lunghe pedalate, anche contro corrente, per raggiungere i punti che sanno essere più redditizi o che pensano possano essere, e i secondi che in un decimo del tempo di questi posti ne ispezionano una mezza dozzina. Chi è avvantaggiato? Mi sembra evidente. Eppure sono convinto che nel corredo di ogni pescatore in apnea ci debba essere un’esperienza costruita con le proprie gambe, immergendosi da terra, imparando dal bassofondo i “fondamentali” di questa affascinante attività così complessa (continua sul giornale).
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