Trofeo Città di Orosei 2019 MP Event
In occasione delle mareggiare orientali, le spiagge della Baronia rappresentano, da sempre, la destinazione preferita dei surfcaster sardi. In particolare Osalla, Su Petrosu, Su Barone e Marina di Orosei. È anche in queste spiagge, infatti, che sono maturate le esperienze alla base della disciplina e le prime gare importanti, negli anni ’80 e ’90. Ed è in queste spiagge che anche quest’anno si è svolto il Trofeo Città di Orosei. L’edizione 2019 del 30 novembre è stata una grande manifestazione che ha coinvolto, come mai nell’isola, tutte le società della Fipsas. E dando uno sguardo attento si scopre perfino una nutrita forza dell’italico nord est col Surf Casting Caorle in prima fila e la trevisana Asd La Marcandola a seguire. Non è trattenuto quindi l’entusiasmo di Antonello Nanni, attivissimo presidente del sodalizio organizzatore e responsabile del gran rilancio dell’Asd Orosei, che per non lasciare nulla al caso e forte della credibilità della sua creatura, ha voluto iscrivere il Trofeo Città di Orosei, al prestigioso circuito MP Event. Sono quindi 160 gli iscritti, numeri “di una volta”, che sono segno, per fortuna, anche di un certo risveglio e rinnovato interesse degli isolani verso il surfcasting. Il ritrovo è al pub Gasoline alla marina di Orosei, dove da qualche giorno fa tappa quella smisurata decina di “polentoni”, in Sardegna per il Trofeo e per qualche giorno di relax. Sono le 14:00. ll barman “esce” Ichnusa a ettolitri e fino alle 16:00, a sorteggio avvenuto, stanno tutti lì, incollati al ban- cone come fosse un pulpito dispensato-re di verità. La gara è la classica a coppie su postazione fissa. 30 metri tra un picchetto e l’altro. Tutta la Marina è occupata e così buona parte degli spot più meridionali. Uno scenario suggestivo, al tramonto, con tante figure in attività che animano l’arenile a perdita d’occhio. L’avvio è in mano agli ispettori di settore coordinati quasi al secondo, ma non proprio tutti. Davanti, un’ora e mezzo di luce che potrebbe sortire qualche bella cattura, magari in superficie, sotto battigia. Così non è , almeno alla Marina, dove son calate le tenebre e un altro scenario, forse più natalizio, per via delle tante lucine che, apparentemente indipendenti, si muovono tra la fascia intertidale e la spiaggia. Ma sono proprio le tenebre a dare il “la” e rompere quel monotono e preoccupante silenzio. Purtroppo, le acque chete, in questo periodo mai hanno portato determinazione e fortuna. Del resto, l’inclinazione della battigia fa pensare a fondali importanti, a catture di serie A, a mareggiate impetuose, e la storia passata e recente questo ancora testimonia, ma, per il Città di Orosei, onde non ce ne sono! Manca il fragore delle creste che impattano sul gradino di risacca, l’umido viene dall’alto non guardando l’incommensurabile vastità del mare. Per l’ennesima volta il surf, quello nato in Sardegna, il surf “meloniano”, cede il passo a una pesca a fon-do comandata dall’esca rossa, da quel verme carissimo e altrettanto catturante che si chiama arenicola. E comanda sott’acqua quanto fuori. Infatti la penuria di “ciliegina” ha inciso sul numero di iscritti alla gara, probabilmente molti di più se il mercato avesse garantito esca per tutti. Gli sforzi di Antonello Nanni, purtroppo, nulla possono contro il fato, quindi: mare piatto come l’olio. Ma la gara è gara e molti agonisti non si sono mica preoccupati, visto che le condizioni sono uguali per tutti. C’è da lavorare e combattere, è sempre così quando si vuole vincere. Il primo a catturare l’attenzione del nostro o-biettivo è Mirko Fresi, poco dopo il tramonto, alla Marina, con una bella mor- mora. Senza frenesia le catture si susseguono… con fatica. Luca Toni in coppia con Mauro Adamu, nello stesso campo gara, sembra trovare la chiave di volta. Il cannolicchio, infatti, pare più catturante della ciliegina, il segreto è l’aggiunta del flotterino sul bracciolo che gli dà mobilità. Si mormora che a Su Barone le cose vadano meglio. Si sa, il giardino del vicino e sempre più verde. Comunque, vale la pena fare una capatina. E mentre è in atto il trasferimento, capitiamo sul box 22: Giuseppe D’Antona e Alessandro Arca, forti di un carniere di 5 mormore. Tonino Carroni, direttore di gara, e Roberto Manconi mi fanno compagnia e una volta sul posto, a Su Petrosu, sono testimoni della poca attendibilità di radio pesca. Le cose infatti non vanno meglio. Le difficoltà della Marina si ripropongono anche qui… qualche mormora e qualche pompetta, nulla di più. Il pescione che in questi lidi è lecito aspettarsi in ogni momento, purtroppo non arriva e il termine della gara è sempre più vicino. Domenico Milillo, giudice di gara aspetta e alle 23:00, ancora più puntuali e precisi della partenza gli ispettori chiamano la fine. Tra un’ora tutti all’hotel Maria Rosaria per la pesatura, la cena e la premiazione. A dirigere troviamo Mario Olianas, impegnato prima nella pesatura, poi nella premiazione. Tra le due operazioni, una cena degna del Trofeo, con tutti i partecipanti impegnati ma senza doveri di classifica, anche se almeno a Ichnu-sa, qualcuno tenta di rinfrescare la sfida. La lotteria interrompe le libagioni, con l’interesse di tutti visti i tanti biglietti da un euro spacciati, e come al solito con la fortuna di pochi che hanno un motivo in più per ricordare la serata. Infine, Mario centellina, i nomi e piano piano salgono sul podio i tanti protagonisti, finché è il momento del podio, il momento di rendere valore agli sforzi degli atleti. Antonello Nanni, purtrop-po, è trattenuto altrove per un imprevisto, ma il rumore della folla per i tre da medaglia è da ricordare. Sfilano quindi nell’ordine i box Matteo Bratzu-Antonio Bruno, Alessandro Arca - Giuseppe D’Antona e finalmente i felicissimi vincitori Antonio Modolo e Sandro Fancellu. Ai piedi del podio è una marea di premi e ben stretti nelle mani dei tre migliori box una canna Colmic e l’ambita Coppa.
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