Tramonto Prima e Dopo

Tramonto Prima e Dopo

C'è ancora qualcuno in giro che sostiene che pescare sia un affare piuttosto semplice, basta una canna, una lenza un amo e un'esca... Altri sostengono che sia tutta una questione di fortuna, e questo in parte conferma il pensiero esposto prima: basta essere fortunato e pescherai sempre e comunque. Chi a pesca ci va davvero invece, sa molto bene, perché lo ha sperimentato in prima persona, che pescare, nel senso di "fare pesce" è tutt'altro che semplice. E la fortuna da sola non basta proprio! Ci vuole logica, intuito e tanta, tanta esperienza. Se ad esempio analizziamo una battuta tipo di surf casting, la cosiddetta nottata, potremo evidenziare varie fasi, tutte piuttosto differenti fra loro e con delle caratteristiche molto particolari. Parleremo di una nottata estiva a mare calmo, primo perché siamo in estate, e poi la considero una situazione estrema, nella quale "fare carniere" non è dopotutto così ovvio!

Fino al  tramonto
La battuta inizia quasi sempre un'oretta prima del tramonto. Ancor prima di scagliare le nostre esche in mare sarebbe meglio allestire la nostra postazione. Ombrellone o tenda, secchio pieno d'acqua e naturalmente tripode o picchetti, serbidora ma soprattutto, non mi stancherò mai di dirlo, travi di riserva già stesi e pronti all'uso. Cerchiamo di avere in spiaggia tutto quello che ci potrebbe servire durante la notte, in modo da evitare noiosi viaggi dalla postazione alla macchina che daranno facilmente deconcentrazione e nervosismo, oltre che stanchezza! La prima considerazione che va fatta è sui pesci che andremo ad insidiare. Normalmente l'estate coincide con il periodo migliore per pescare mormore e orate, quindi potremmo pensare ad una strategia di pesca piuttosto semplice, ma... Fermo restando che da maggio a settembre la pesca da riva, e quindi anche il surfcasting, è vietata dall'alba al tramonto, e soprattutto che fino a quell'ora le spiagge sono "affollate" da bagnanti, è facile pensare che mormore e orate avranno bisogno di parecchi minuti di quiete per accostare a tiro di canna. Parliamo di pesci proverbialmente timidi e smaliziati, e la loro "prudenza" aumenta in misura esponenziale di giorno e a mare calmo. Almeno una di queste condizioni "contrarie" dobbiamo eliminarla e visto che sullo stato del mare non possiamo intervenire, aspettiamo il favore delle tenebre per insidiare gli sparidi. Ma allora, fino a che non tramonta il sole che si fa? Esistono altri pesci che sono molto attivi "a luce", e che non hanno per niente paura degli umani, tanto che mangiano anche a pochissimi metri da riva. In effetti, è strategia piuttosto comune durante le gare di surf, dedicare i primi lanci al sottoriva, alla ricerca di pesci "utili". Fra l'altro, a inizio battuta, non saremo ancora al top della condizione, non siamo insomma ancora fisicamente pronti ai lanci siderali alla ricerca dei pascoli più lontani. I pesci cui consiglio dedicare le nostre attenzioni saranno soprattutto tracine e lecce stella. Visto che pescheremo a cortissimo raggio, dovremo "lavorare" piuttosto distanti dal bagnasciuga e "sul sottile". Si lancia a brevissima distanza e si poggia la canna senza tendere la lenza, la paratura deve affondare lentamente, le lecce abboccano spesso in calata. Se dopo qualche minuto non succede niente recuperiamo lentamente con la canna bassa, è il momento della tracina! Il piombo, meglio se un Roccorush, in recupero "arerà" il fondale, stuzzicando all'abboccata il piccolo predatore, l'esca sarà resa più visibile dalla presenza dei corallini.

Fino al tramonto
Anche se la cattura di qualche sporadica mormora od orata è sempre possibile, al tramonto è meglio “volare basso”. Lecciotte stella e tracine si possono pescare con un unico calamento di circa due 2,5 – 3 metri. Il trave va costruito con monofilo o fluorocarbon non superiore allo 0,25, e recante tre agganci, due alle estremità e uno nel mezzo. Il terminale alto e quello "mediano", entrambi molto sottili, compresi fra lo 0,14 e lo 0,20, vanno necessariamente flotterati, il bianco è il colore più indicato. Il bracciolo basso è quello da dedicare alla tracina, quindi deve strusciare sul fondo, se ci aggiungiamo qualche corallino rosso e verde che la possano invogliare a mangiare.



La “prima notte”
In concomitanza con il calare delle prime tenebre le lecce smettono come per incanto di alimentarsi, riprenderanno a mangiare solo all'alba! È il momento di "cambiare bersaglio" sia per quanto riguarda i pesci, sia in termini di distanza di lancio. A partire dal tramonto diventa molto più probabile l'incontro con orate e mormore. E il sottoriva diventa decisamente meno interessante. Oramai siamo piuttosto "sciolti" fisicamente e possiamo avventurarci nella ricerca a lungo raggio. Si lancia, si tende leggermente il filo, e si aspetta, ma non in eterno! In gara i tempi di attesa non vanno generalmente oltre i 15 minuti, con esche particolarmente dure possiamo arrivare a mezz'ora, ma non oltre. Ad esempio, pescando con il granchio ho passato notti di abboccate forsennate, e altre in cui il piccolo crostaceo non è stato degnato di una sguardo. Della serie: “se il pesce c'è e noi abbiamo azzeccato la combinazione giusta, mangia subito o quasi…”. Una valida alternativa a mormore e orate è rappresentata da occhiate e salpe che incontreremo più facilmente in fondali misti o sabbiosi ma con presenze di scogli nelle immediate vicinanze. In questo caso i flotter, anche di grosse dimensioni, sarebbero d'obbligo, e le catture risulterebbero quasi sicuramente in serie.

La “prima notte”
La paratura cambia sostanzialmente. Il trave, distribuito su circa due metri di lunghezza, può  arrivare allo 0,35 di diametro e avere un aspetto piuttosto spartano. Solo due "bracci", uno alto, ma non necessariamente flotterato, lungo circa un metro, e uno basso, che può arrivare anche al metro e mezzo. Lo spessore può variare fra lo  0,20 e lo 0,30. Ovviamente anche le esche potranno influire sulle nostre scelte, non è il caso di andare troppo per il sottile se usiamo l'oloturia o il granchio... Un'alternativa importante è il long arm, un bracciolo unico lungo 150 - 200 centimetri, che è quanto di più indicato per le prede più difficili, e che ci verrà incontro se vogliamo guadagnare qualche metro nel lancio.



Il "centro notte"
Questa è la fase più difficile della battuta, tanto che spesso coincide con il momento in cui si smontano gli attrezzi per rientrare a casa. Verso la mezzanotte i pesci interrompono generalmente la loro attività di alimentazione, e stanchezza e pessimismo si fanno sentire. La strategia che consiglio è quella della ricerca del pezzo sporadico. Quindi, se peschiamo con due canne, due long arm, con esca piuttosto selettiva e, siccome non è molto chiaro a quale distanza stiano pascolando in questo momento i pesci, una canna lontano e una vicino, anche vicinissimo. Potrebbe anche non succedere niente, ma generalmente uno o due pesci ci cascano. In questa fase della battuta i tempi di attesa si possono dilatare tantissimo, diventa anche un buon momento per riposare e "ricaricare le batterie", ma senza perdere d'occhio le canne. Può anche succedere, a me è capitato spesso, che i pesci decidano di abboccare molto tardi durante la nottata. Ad esempio c'è una spiaggia dove i branchi di occhiate si interessano alle esche proprio a partire dalla mezzanotte. A questo punto dovremo giocoforza rimandare il nostro riposino a più tardi, e raccogliere al meglio quello che il mare ci sta offrendo.

Conclusioni
In questa veloce carrellata abbiamo volutamente omesso di parlare di quello che potremmo definire “ultimo buio” e alba. Non si tratta di due fasi speculari al tramonto ed al “primo buio”. Infatti, in generale, le condizioni meteo e del mare sono estremamente differenti. Se infatti in generale il calar della notte coincide con deboli regimi di brezza, mare appena mosso, umidità abbondante e foschia, l’ultima parte della notte e l’alba rappresentano molto spesso l’intervallo temporale con temperatura dell’atmosfera più fredda, cielo terso, assoluta mancanza di vento, mare piatto. Ecco perché abbiamo deciso di trattare queste due fasi “finali” a parte, dedicando un intero articolo, che pubblicheremo prossimamente, alla scelta della migliore tecnica per l’alba. Un’ultima considerazione che ai più sembrerà scontata: questo è il periodo dell’anno ideale per portare la famiglia a pesca; la temperatura, anche a notte fonda, è mite. Ed allora, anche se portare dei bambini a pesca un po’ complica la nostra azione e sconvolge molti piani, non dimentichiamo che tanti di noi che pratichiamo il surfcasting, hanno perso i primi piombi proprio d’estate, da bambini, grazie alla pazienza di genitori e parenti. Tutti al mare, tutti a pesca!