Tramonti a Giorgino
Non tramonta mai il sole sull’eging in Sardegna, anzi… Quest’anno la pesca con la totanara ha avuto la sua definitiva consacrazione. Non più tecnica di spinning di serie B, da praticare quando le condizioni meteo non consentono di lanciare più “nobili” artificiali; ma scelta consapevole e vincente anche in situazioni che fino a pochi anni fa sembravano meno adatte a questa attività. L’evoluzione dei materiali utilizzati per la produzione di canne dedicate e la proposta di egi di mille forme e colori, uniti a una condotta di pesca ormai molto vicino a quella “disciplina o arte”, così come la intendono i maestri del Giappone, ha portato a una rivalutazione: tutti pazzi per la pesca ai cefalopodi! Il vento d’oriente soffia forte e come spesso accade, le nozioni base vengono digerite e assimilate dai pescatori nostrani che le rimodulano per adattarle alle condizioni del Mediterraneo. Il clima mite del nostro grande mare si dimostra la carta in più. Infatti, una delle caratteristiche vincenti dell’eging è la possibilità di praticare questa pesca per molti mesi all’anno. La triade classica è formata da freddo, scogliera, calamari; ma se non c’è freddo, ecco la tripletta spiagge basse, bonaccia e seppie; e che dire degli specialisti della pesca ai polpi, tecnica da praticare nelle piccole calette, tra ciottoli e posidonia? Nelle aree portuali poi, si trova sempre il modo di lanciare una totanara in acqua. E poi, la vera grande novità è costituita dalla nascita di un effervescente movimento agonistico. In questo, la differenza con lo spinning è evidente. Lo spinning è tecnica da cani sciolti o, se volete, da lupi solitari; pescatori che al più fanno squadra di due, massimo tre. Figuriamoci organizzare gruppi numerosi… I lodevoli tentativi, condotti da alcuni negozi di pesca, si sono sempre rivelati sporadici e transitori. L’eging invece si presta più alla convivialità e il successo di partecipazione agli ultimi raduni svolti in Sardegna, ne sono la conferma. Anzi… la tecnica in salsa sarda prevede l’introduzione di un nuovo, fondamentale elemento: il terzo tempo.
Prima le seppie, poi il mirto
Nel pomeriggio di sabato 12 febbraio ben 44 pescatori si sono presentati al raduno dell’Eging Sunset. La kermesse è stata organizzata da Ilaria Orsatti e da Sardegna Pesca, il negozio di via Po 45 a Cagliari. È stata scelta come location il ristorante Non Solo Mare, nel villaggio pescatori di Giorgino. L’ampia area che si affaccia sulla piccola spiaggia, con un gazebo attrezzato per magici spuntini, sembra pensata per manifestazioni come questa. Ilaria ha interpretato l’evento con lo spirito dell’Msp (Movimento sportivo popolare), ente affiliato al Coni che ha come motto “Uno sport per ognuno”. Quindi, non una gara volta all’agonismo esasperato; più una festa, un’allegra baraonda che prende spunto dalla pesca per ritrovare il gusto dell’incontro. Per l’occasione lo sponsor tecnico era Expert Predator che ha offerto due totanare a ogni iscritto. Le operazioni preliminari si sono svolte senza intoppi. Ilaria in questo è stata assistita da Tore Aiana, da applausi non fosse altro per la felpa che indossava (forza magico Cagliari!). Il meteo non ha aiutato l’azione di pesca. Il vento teso sferzava il molo a “sinistra” della spiaggia e quasi tutti hanno preferito pescare ridossati, quindi verso la spiaggia, dove il fondale sabbioso rimane sempre basso. Il colpo di cannone dell’inizio gara è stato sparato alle 16. Da quel momento tutti hanno avuto 5 ore per tentare di agganciare qualche preda, utile per la classifica che premiava i primi 20. Lo spot di Giorgino ha un canovaccio classico che prevede la ricerca dei calamari nel canale stando in piedi sul molo con vista Cagliari. Ma i coraggiosi che hanno tentato di totanare lì, “fuori” e cioè nel versante di levante, sono stati ripagati con pochi calamari, tutte prede accolte con soddisfazione.
Ma in generale, era troppo forte la corrente del canale per condurre l’egi in modo corretto. La classifica è stata scritta quindi dalle seppie e dai calamari, per lo più di piccola taglia, pescati nel versante di ponente del piccolo molo. Quasi tutte piccole catture, ma fa eccezione lo “scarpone” di 685 grammi pescato da Marco Fele, quasi al termine della prova. Una bella seppia, la più grande, sicuramente abbastanza per regalare la vittoria. Bravo! Intanto Ilaria si prodigava per assistere i garisti. Ha preferito sostituire al fischietto e cartellino, propri di un giudice di gara rigoroso, uno zaino carico di birre. La fatica di questa pesante zavorra deve aver impietosito i partecipanti che si sono prodigati per renderla sempre più leggera. Morale alle stelle! E poi ci sono loro, gli Zampe Molli… Giunti da Alghero apposta per l’evento, il team catalano delle Zampe Molli ha offerto una personale versione di “integratore sportivo”: 10 litri di vino che sgorgavano da un rubinetto generoso, hanno colorato il magico tramonto e la festa ha preso la giusta piega. Per prima cosa si è sbrigata la formalità della premiazione, ricchissima. E mentre il rubinetto rilasciava le ultime gocce del nettare algherese, è iniziato quello che nel rugby è chiamato “terzo tempo” e cioè una bevuta e mangiata tutti insieme, non importa il colore della maglia. Chi sapeva ballare (pochi), ha ballato; chi sapeva cantare (pochi), ha cantato; tutti, ma proprio tutti hanno grigliato e bevuto; limoncello, mandarino, mirto bianco e pure nero. Una festa in spiaggia con i controcazzi.
“I migliori 20 hanno conquistato la premiazione, ma anche gli altri sono stati ripagati delle fatiche, con un terzo tempo degno del Sei Nazioni”.
La magia dell’eging ha trasformato tutti in calamari alcolici, intenti a sfidarsi in mosse di Mma, salsa e bachata, improbabili figure di jujutsu, sguscianti e traballanti. È mezzanotte passata quando il popolo degli “uomini seppia” abbandona il campo. Un successo, da ripetere. E infatti si ripeterà a breve e di frequente. Il calendario prevede altri raduni, in tutta la Sardegna. Maestri giapponesi, scansatevi; l’eging in salsa sarda è n’artra cosa.
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