Totani delle Eolie con l'ontro
di Jacopo Calvano
A Lipari la temperatura è elevata e al tramonto, faccio una passeggiata per il lungomare di Canneto. All’improvviso, sento un rumore, come un grosso masso che cade in acqua. Mi giro e scorgo le evoluzioni di un grosso pesce spada, quasi fosse allamato. Incontro Nino, un diciottenne di Canneto con una smisurata passione per la pesca. Mi parla di pesca, senza trasduttori, downrigger o cush-it, dove gli spot si conoscono, i piombi si fanno a casa e i fili sono raccolti sui sugheri e si filano con le mani. Ci accordiamo per pescare insieme e insidiare i totani con una barchetta di legno di quasi 4 metri e 4 cavalli, arenata sulla spiaggia a pochi metri dal pontile. Ci diamo appuntamento alle 23:30. Nino, subito, mi mostra l’ontro, una totanara di circa 9 cm con il corpo in piombo e la classica corona affilata. Armiamo l’ontro con sardine sotto sale e una piccola luce ad intermittenza e filiamo le lenze lunghe non più di 100 metri. Nonostante una fastidiosa brezza i primi totani arrivano, tutti di circa 40 centimetri. Dopo alcuni minuti e dopo aver dovuto abbittare la lenza tagliente e scivolosa per qualche decina di secondi, arriva un totano che mai avrei pensato di prendere con quelle attrezzature e grazie alle sole forze della mie braccia. Nel mentre anche Nino è impegnato in un combattimento ma gestisce molto meglio il recupero. I due totani pesavano quasi 3 chili l’uno e mi dispiace non averli potuti mangiare con Nino.
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