Chi la dura la vince! E così, anche il meteo ha dovuto piegarsi. Il Tataki day si è svolto in una splendida giornata di sole con tanti calamari e premi in quantità.
Erano 63 gli equipaggi iscritti al Tataki Day - memorial Marco Schirru, un record assoluto nel Mediterraneo per un raduno di pesca al calamaro. Questo perché alla gara erano abbinati eventi di richiamo, con la presenza di personaggi noti, vedi Michele Prezioso e Davide Dalle Saline, ma anche spazi dedicati all’elettronica e all’uso degli strumenti per la ricerca del mollusco senza vescica natatoria e scarsi contrasti rilevabili dai segnali eco. Davide Serafini, prostaff Furuno, era il titolare di quest’attività. Oppure Antonello Salvi, leader del team Garmin fishing, disponibile a svelare i segreti del calamaro. Ma ci si è messo di mezzo il meteo, i rinvii e di conseguenza il ridimensionamento del foltissimo gruppo pur con equipaggi provenienti da tutta la Sardegna. Ma la festa, se così si può dire, è andata in onda puntuale, secondo i tempi stabiliti: pranzo all’hotel Sighientu il 5 ottobre e estrazione, tra gli iscritti, del premio più ambito, più esagerato: il motore di prua Garmin Kraken 63, assegnato ai fortunatissmi Anedda, Locci e Selis.
La gara - Quindi, dopo alcune settimane, all’alba, al porto di Marina di Capitana, il 16 novembre si sono presentati quarantacinque equipaggi. Tutti super professionisti e titolati, tutti contro il mollusco tentacolato invernale: il calamaro. Si parte col raduno fuori dal porto per il controllo delle imbarcazioni e alle 7:30 la tromba segna l’inizio della manifestazione. La sgasata verso le postazioni preferite è generale, in un mare che da blu diventa frizzante, bianco. Alcuni però indugiano, temono i furbi che seguono la scia per fermasi a pochi metri di distanza, e quando sembra che tutti, più o meno, abbiano preso la loro direzione, si avviano verso… Fatto sta che nell’enorme campo gara, c’è ben poco da inseguire e segnalare. L’avvio è lento, i cefalopodi latitano, gli spostamenti si moltiplicano. Il pellegrinaggio della giuria è senza sosta, con l’obiettivo di intercettare, ora o dopo, tutti gli equipaggi. Purtroppo non sarà così, anche perché su un versante del perimetro di gara, il limite diventa “elastico” e il giudice deve stringere le fila e rimettere un po’ di ordine. C’è da dire che con l’aumentare della temperatura i Loligo vulgaris, sebbene in formato ridotto, iniziano ad abboccare, riportando un po’ di serenità e fiducia tra i pescatori e i foto-cine operatori. Alle 08:30 facciamo il primo scatto, una coppiola di molluschi non da urlo, ma la prima, per mano di Pietro Vacca e Michele Cincidda, il patron, quest’ultimo, del famoso Primo Molo di Villasimius.
Segue in ordine sparso, un calamaro qui, uno là. E con loro aumenta anche la carica agonistica. È ovvio che si cerchi disperatamente, tra i mark probabili, quello migliore. Così è per tutti. La ricerca è spasmodica, da un estremo all’altro dell’area dedicata. All’appello manca sempre qualcuno, per esempio Andrea Obino. Lo troviamo solo verso fine gara, in una posta significativa “Calamari Obino”, registrata nello strumento del giudice imparziale. I tre sembravano sereni, disinteressati e sorridenti, ufficialmente senza un gran pescato...
In porto - Dopo 5 ore di gara, inizia il rientro in banchina, il recupero del pescato e l’attesa per la pesatura e la premiazione. Fortuna che il tempo si mantiene bello ma la classifica bolle. Purtroppo, la vivace pesatura, da sola non basta per stilare la classifica occorre ancora va- lutare ritardi e sconfinamenti, vietati dal regolamento, che producono inevitabili sanzioni e qualche polemica fisiologica in una manifestazione spor- tiva. Tutto dimenticato naturalmente quando il montepremi si apre sulla scena in tutta la sua ricchezza. Una montagna di attrezzatura per la pesca, naturalmente al calamaro, come canne, mulinelli e tutto il relativo necessario. E finalmente si arriva alla premiazione. Finalmente arriva sul gradino più alto del podio il trio Obino, Pisano, Pischedda, i più bravi, i vincitori. Un oro strameritato in forza di un punteggio che ha addirittura doppiato gli inseguitori. Bravi, anzi, bravissimi.
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