Swimbait, Nuota Pesciolino!
Per chi si avvicina alla pesca al bass, “vermone siliconico” suona un po’ come sinonimo di esca, anzi “è l’esca”. Piano piano però si scopre che le armi per cercare i big bass sono molteplici e affinare le tecniche si rende estremamente necessario. Con l’esperienza si inizia a padroneggiare le varie tecniche sempre meglio, scegliere l’esca giusta, e utilizzarla al meglio fanno e faranno sempre la differenza. Vi sono poi correnti di pensiero più estreme, dove alla soddisfazione della cattura big si unisce quella relativa all’esca utilizzata... e anche solo all’utilizzo dell’esca stessa (e qui sfioriamo il feticismo). C’è una categoria di esche che negli ultimi anni sta raccogliendo sempre più appassionati, perché? Perché si tratta di una tipologia di esca concepita per la ricerca selettiva dei pesci più grossi presenti in uno specchio d’acqua. Stiamo parlando delle swimbait. Vediamo un po’ cosa sono queste “esche che nuotano” (traducendo letteralmente il termine inglese), come si usano, quando e dove e quali segreti nascondono.
Swimbait
Le swimbait sono delle imitazioni quanto più realistiche possibile di piccoli pesci foraggio. Possono essere sia hard baits che soft baits, ma le caratteristiche fondamentali sono il realismo nel nuoto e nelle fattezze. Le soft swimbaits sono imitazioni di pesci, spesso munite anche di pinne e altri dettagli. Sono costituite solitamente da una parte anteriore di mescola più dura e resistente e da una parte posteriore più leggera e mobile, con degli incavi nella zona della coda, più o meno marcati che fungono da snodi utili a favorire il nuoto. Le swimbait costruite in legno, plastica cava o resine dure sono quasi sempre realizzate in diverse sezioni unite da snodi in modo da garantire, unitamente alla disposizione dei pesi interni, un nuoto realistico e accattivante. Molti si chiederanno: “cosa differenzia una swimbait da un classico minnow snodato”? Beh, come già anticipato, il nuoto. L’azione di un minnow è quella di produrre vibrazioni con rollio sull’asse e scodinzolamenti, e anche nelle versioni snodate la caratteristica resta la medesima. Le swimbait invece puntano tutto sul realismo del nuoto, incredibilmente imitativo. Le dimensioni sono un'altra discriminante; di base la swimbait nasce come esca di grosse dimensioni, dalle 2 alle 4 once (oltre solitamente sono esche da luccio), mentre la richiesta del mercato ha portato le aziende del settore a realizzare anche versioni “mini”, del peso di un’oncia, un’oncia e mezzo. Oltre le soft e le hard swimbait il mercato offre anche esche ibride, con la testa in plastica dura e la coda in morbida gomma. Questa soluzione permette di avere esche più resistenti con un movimento sinuoso e realistico accentuato dalla morbidezza della gomma.
Dove, come e quando
Ovviamente le offerte del mercato consentono di coprire una vasta gamma di situazioni e necessità, pertanto fra soft e rigide e floating e sinking si può pescare a swimbait un po’ su qualsiasi tipo di spot. Ovviamente le softswimbait possono essere abbinate anche ad altre esche come jig e spinnerbait, utilizzandole come voluminosi trailer. Gli spot ideali devono però avere una caratteristica: una buona presenza di pesce foraggio. La pesca con queste esche è molto selettiva, capita si il bass di taglia media e/o piccola che un po’ kamikaze attacca la swim, ma solitamente si macinano tanti e tanti lanci cercando di convincere i pesci più grossi ad un attacco. I periodi migliori per la pesca con le swimbaits sono quelli in cui il metabolismo dei pesci necessita di parecchie calorie rendendo più aggressivi e selettivi nella caccia i nostri amati pesci verdi dalle grandi bocche.
Attrezzatura
La pesca con le swimbait richiede attrezzature proporzionate e robuste. Il peso ed il volume elevati rendono necessarie canne robuste e potenti (spesso capita di dover ferrare a grandi distanze grossi esemplari) e mulinelli potenti ed affidabili dal basso rapporto di recupero (4,9:1). Ovviamente viste queste necessità è consigliabile utilizzare una canna da casting, che abbinata con un buon rotante (solitamente per le esche più pesanti viene preferito un round profile) ci consentirà di avere un attrezzo al contempo leggero e potente.
Giuseppe Pischedda sul suo belly con un grosso bass attirato dal nuoto di uno swimbait. |
Trucchi e malizie
Uno degli aspetti principali della pesca a swimbait è la costanza. Ingannare gli esemplari più grossi non è semplice, ed indurli ad attaccare un esca di notevoli dimensioni ancora meno. Capiterà, ad esempio, che il grosso bass segua con leggero interesse la nostra esca fin sotto i nostri piedi senza degnarla di un attacco. Questa situazione è abbastanza comune e snervante e spesso si conclude col semplice avvistamento, ma vale la pena tentare qualche mossa improvvisata come lasciare l’esca completamente ferma per qualche istante per poi farla semplicemente vibrare un po’ sul posto, oppure accelerare bruscamente il recupero (senza esagerare e mantenendo un movimento naturale dell’esca) per poi stoppare l’esca e farla ripartire. A volte la reazione del bass è esplosiva ed attacca fragorosamente l’esca, il tutto sotto i nostri occhi, che potranno godere di una scena mozzafiato. Ottimi spot per le swimbait sono le strutture off shore dei laghi, siano manufatti in cemento, secche con rocce affioranti, cime o strutture galleggianti. Qualsiasi cosa rompa la continuità dell’ambiente acquatico rappresenta un ottimo punto dove insidiare i big bass. Nonostante le swimbait imitino alla perfezione il nuoto di un pesce, spesso e volentieri un’ottima tecnica per indurre all’attacco i bass più grossi è il dead sticking, o “do nothing”. Si tratta in buona sostanza di scegliere bene il punto in cui posare l’esca, lanciare con delicatezza e precisione e… lasciare l’esca ferma per diversi secondi su quel punto. La cosa fondamentale è la scelta del target, bisogna valutare bene il punto in cui un big bass potrebbe essere presente sul determinato spot… e crederci, crederci, crederci… sempre! Prossiamente vedremo un'altra “arma” per la “caccia grossa”, i deep crankbait.
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