Sull'Egi di Tutto un Po'
Una volta pronti per la pesca, con tutta l’attrezzatura messa a puntino e carichi della giusta dose di entusiasmo e fiducia, troviamo uno spot e...
Azione di pesca
L’azione è piuttosto semplice in quanto prevede il lancio dell’egi, l’attesa per laffondamento e, a seconda della profondità dove operiamo, l’animazione, con due, tre violente jerkate verso l’alto, in japan style, in presenza di un fondale elevato come quello portuale. Oppure jerkatine ripetute verso l’alto se i piedi calcano la soffice sabbia di una spiaggia. Quest’ultima operazione va ripetuta più volte in modo da produrre il classico recupero a “dente di sega” che consente di sondare il fondo dove potrebbe celarsi il nostro cefalopode. Un'altra tipologia di recupero è quella di far letteralmente strisciare il nostro egi sul fondale, imprimendo delle piccole jerkate laterali; questo movimento si è rilevato molto catturante in presenza di fondali sabbiosi medio-bassi. Una volta avvertito un peso anomalo sulla canna, indice che la seppia ha afferrato l’esca, non faremo altro che ferrare con decisione per dare modo agli aghi di penetrare nei tessuti del cefalopode. Ciò ha la sua ragion d’essere in quanto, il più delle volte, la seppia attacca l’egi dalla parte della testa o a metà corpo. Una ferrata decisa fa “scivolare” il mollusco sugli aghi, così da infilzarne le carni. Il recupero deve essere lento e senza strappi, in modo da evitare eventuali slamate. La reazione della seppia all’allmata segue, quasi sempre, lo stesso copione. Una volta che è stata “punta” esegue una serie di violenti pompate in cui rilascia la maggior parte dell’inchiostro che ha in cor-po. Da questo momento in poi si fa recuperare, a peso morto, senza opporre resistenza per poi scatenarsi in una serie di vigorose pompate proprio sotto i nostri piedi. Quest’ultima è la fase più delicata di tutto il recupero. Una canna parabolica, in questa fase, è di valido aiuto per evitare slamate. Naturalmente, per retinarla in tutta sicurezza, il guadino deve essere pronto all’uso. Prima di estrarla dal suo elemento, bisogna stare molto attenti ad eventuali ultimi spruzzi d’inchiostro, abbastanza comu-ni in questa fase. Qualora la seppia dovesse malauguratamente slamarsi negli ultimi istanti di recupero non perdetela di vista e lanciate nuovamente molto vicino il vostro egi, nel 90% dei casi lo riattaccherà.
Seppie e l’autore, visibilmente soddisfatto per l’efficacia dell’egi striato. |
Colorazioni
Per quel che riguarda le colorazioni la mattina presto funzionano bene sia il nero che il viola. Mano a mano che la luminosità aumenta si passa sulle tinte del rosso, del fucsia, dell’arancione e dell’oro, fino ad arrivare, nelle ore centrali della giornata, al bianco, oppure colori sensibili ai raggi ultravioletti. Dal pomeriggio fino alla sera inoltrata questa scaletta va proposta al contrario. Di notte funzionano molto bene sia colori scuri (nero e viola) che colori accesi (oro, arancione e fucsia). Questo a seconda delle differenti fasi lunari; la seppia sembra difatti essere irresistibilmente attratta dai colori che creano un contrasto con l’ambiente circostante. Un altro elemento estremamente attrattivo per questo cefalopode sono le striature presenti sul corpo dell’artificiale, sembra infatti che queste vadano a stimolare maggiormente il suo istinto aggressivo e territoriale.
La qualità
Ho sempre preferito esche di qualità per una serie di vantaggi. Il primo è quello legato all’assetto dell’esca in acqua. Una totanara di qualità, una volta arrivata sul fondo, si dispone con la parte posteriore rialzata e, in assenza di sollecitazioni, tende a muovere la parte posteriore da destra a sinistra e viceversa, risultando molto adescante. Una totanara economica, invece, nella maggior parte dei casi, tende a disporsi orizzontalmente. Un altro discorso è quello relativo alla fattezza dell’egi; un tipo economico, dopo aver urtato qualche pietra sul fondo, comincia a rovinarsi per il deterioramento della tela (meno resistente), per l’ammaccamento del piombo (più morbido e malleabile), per la rottura del cestello o addirittura per la perdita del piombo stesso. Una volta impattato su qualche ostacolo, l’egi incamera acqua e si dispone non più orizzontalmente ma bensì di fianco, aumentando così le possibilità di incaglio. Queste, quindi, risultano essere maggiori con un egi economico piuttosto che con uno di qualità, in quanto il primo tende a disporsi orizzontalmente oppure di fianco, facendo sì che il cestello vada a disporsi a diretto contatto col fondo, mentre il secondo mantiene il cestello in posizione sopraelevata, tanto da non toccare praticamente mai il fondo, neanche durante le classiche jerkate. A proposito del cestello va detto che quest’ultimo, nelle totanare economiche, è formato da aghi corti che possono causare qualche slamata mentre gli aghi dei migliori egi risultano più lunghi per garantire un maggior “grip” nella ferrata e nel recupero. Non è errato l’uso di totanare economiche in condizioni in cui il rischio d’incaglio è elevato, oppure per sondare un nuovo spot. Questo consente eventualmente di “sacrificare” esche di poco costo al posto di esche dal prezzo più elevato. Il nostro portafogli ci ringrazierà per questo. Va da sé che è perfettamente possibile catturare seppie anche con totanare economiche, ma non per tempi lunghi; il vecchio detto “You get what you pay for” vale anche per le totanare da eging
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