Sulla Cresta dell'Onda
Il surf è da sempre qualcosa più di un semplice sport. La sua stessa nascita lo pone in un contesto completamente diverso, nelle isole delle Hawaii dove veniva praticato come rituale dai nobili e dai regnanti. Il surf si diffonde, ma continua ad essere una filosofia di vita, un modo per affrancarsi da una società troppo oppressiva. Il surf non è uno sport, non è ottenere grandi punteggi sulle onde. Il surf è sfidare il mare, farlo con i propri mezzi e il proprio coraggio. L’obiettivo di un surfer è trovare l’onda perfetta, la più grande, la meglio formata, la più potente, e surfarla. Entrare nella Stanza verde (il tubo che si forma quando l’onda si richiude su se stessa) e uscirne è il massimo risultato per un surfista. Il surf è una filosofia ed è anche una regola di vita. Si porta rispetto e si dà precedenza ai più anziani o a chi vive nelle vicinanze del luogo dove si surfa. Il surf come tutte le cose nel nostro mondo non è solo belle cose, è anche astio, rimorsi, scontri, risse. Essendo una sfida continua in acqua, l’adrenalina sale ai massimi livelli e le persone possono reagire con estrema calma o con estremo nervosismo in questi casi. Il surf infatti è estremo, sempre, comunque. Ma, soprattutto, il surf è ricerca. Il surf è la ricerca dello spot perfetto, dove si forma l’onda perfetta. È la ricerca delle condizioni perfette, della forma fisica perfetta e della tavola perfetta. Solo se tutto è perfetto, allora il surfer potrà raggiungere il suo obiettivo. Quindi il surf è sostanzialmente la filosofia del perfetto. Essendo però la perfezione irraggiungibile, e i surfer lo sanno benissimo, il surf si può considerare la continua ricerca volta a migliorare il proprio fisico, la propria conoscenza del mare e della idrodinamica. Il surf è la filosofia del costante miglioramento dell’io (continua sul giornale).
Testo e foto di Stefano Sassu
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