Sul Noleggio Nautico e sulla Pesca Ricreativa
Non c’è pace per la nautica italiana. L’Agenzia delle entrate, in seguito alla minaccia di una procedura di infrazione da parte della Commissione UE, ha modificato il calcolo forfetario dell’aliquota Iva per il noleggio nautico nelle acque extra UE, riferendolo all’effettivo impiego nelle acque extra territoriali. Altri paesi, come la Francia, ad esempio, hanno invece rinviato l’adeguamento, causa Covid, mentre l’Italia, tra le deroghe richieste in seguito alla pandemia, non ha incluso il noleggio nautico. Il risultato, come denuncia Saverio Cecchi, presidente di Confindustria nautica, è che due paesi vicini offrono lo stesso servizio con imposte assai diverse, naturalmente il più appetibile è quello francese e i nostri dimenticati operatori ne pagano le conseguenze.
Di diverso tenore invece è la proposta di legge presentata alla Camera dai deputati Susanna Cenni e Andrea Romano del PD, per la disciplina della pesca ricreativa. Gli articoli, 38 in tutto, propongono sostanzialmente una conservazione dello status quo, ma, quello che richiama l’attenzione è l’obiettivo della proposta, la cui priorità n. 1 è: “la necessità di considerare la risorsa ittica come un bene comune, rifiutando il concetto, da più parti espresso e sotteso ad alcune iniziative legislative e misure di gestione in discussione a vari livelli, che la risorsa ittica sia un bene esclusivo della pesca commerciale”. Un concetto suggerito più volte, dalla parte interessata, sacrosanto a nostro modo di vedere, ma mai supportato e condiviso così chiaramente dalle forze politiche. Purtroppo, anche se la proposta di legge venisse discussa e infine approvata, sarebbe ininfluente in pratica. Resta solo la speranza che i principi espressi costituiscano la base per ogni rivendicazione e sviluppo di tutte le attività oggi riconosciute nella proposta.
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