Spigole Non Solo col Vivo
Non sento più le dita delle mani, tanto sono fredde. Per la verità tutte le estensioni del mio corpo, esposte al gelido vento del mare, sono ghiacciate. Guance, occhi, orecchie, una piccola parte del collo congelano e le mani hanno assunto un colorito cianotico... La pioggia cade fitta e non mi permette di sollevare lo sguardo verso i cimini delle canne, pena essere trafitto da un fascio perenne di piccoli aghi di ghiaccio. È notte, una notte senza luna che non mi permette di vedere oltre il cono di luce della mia lampada frontale. Sento le onde infrangersi su un profondo gradino di risacca. Ogni onda è di cristallo e nell'urto con la riva si distrugge, dissolvendosi in un aerosol che mi avvolge in un abbraccio di sale. Per molti questa potrebbe sembrare la descrizione di un incubo notturno; per chi pratica il surfcasting è la semplice condizione di una tranquilla pescata se il nostro intento è “andar per spigole”. Ci siamo! A gennaio siamo nel bel mezzo della stagione del seabass fishing, la pesca alla spigola e cioè uno dei modi più suggestivi e prestigiosi con i quali possiamo declinare il verbo del surfcasting. Le pagine di MP anche quest'anno ospitano immagini di catture importanti, esemplari di oltre 3 o 4 chili, pescati proprio in condizioni come quelle che ho descritto in apertura. In queste righe ci soffermeremo su alcune esche che risultano davvero molto catturanti escludendo il cosiddetto “vivo”. Per vivo si intendono per lo più muggini e anguille, prede abituali della spigola e per questo esche molto ricercate. Ma la pesca col vivo ha bisogno di essere pianificata: è necessario procurarsi l'esca, trovare il modo per conservarla integra e trasportarla in spiaggia sino allo spot scelto.
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