Spigole in Diurna
Predatore per eccellenza nelle nostre coste, la spigola diventa molto più attiva e presente nel periodo invernale. Purtroppo per tutti noi appassionati di surfcasting, il 2020 è stato un anno quasi da dimenticare. La pandemia ci ha costretti a star lontano dagli arenili per diversi mesi e ancora oggi soffriamo per le tante limitazioni di orari e spostamenti. La voglia di mare e di surf è tanta, specie per chi come noi ama la pesca in notturna e, se possibile, in condizioni proibitive... Ma, senza perderci d’animo, possiamo andare al mare e provare con i mezzi possibili: le spigole comunque ci aspettano! Infatti, la pesca diurna, anche se forse risulta meno coinvolgente, è altrettanto gratificante, specialmente se fatta con i dovuti accorgimenti, attento studio dello spot e uso di attrezzatura adeguata. Il mare è imprevedibile, ma il bello della pesca è soprattutto questo: affrontare lo stesso scenario ogni giorno in modo diverso. La pesca alla spigola è sinonimo di attesa, quindi è op- portuno preventivare una lunga giornata al mare, con 3 o 4 canne in pesca e una dozzina di muggini vivi. L'arrivo in spiaggia è sempre emozionante, tante sono le aspettative mentre si montano le canne e tanti sono i dubbi dettati dalla luce del sole che rende tutto più difficile. L’aspetto più interessante è che se arriva uno strike, quasi certamente è dovuto a un pinnuto di buona taglia. Ma partiamo dalla classica u-scita al buio, in modo da evidenziare le differenze tra questa e la pesca diurna.
Classica notturna
La notte, per la spigola, vuol dire caccia e ricerca di cibo. Tutto diviene più semplice e quasi scontato. L’equazione vincente è: esca giusta più posto giusto, uguale spigola, sicura! Durante i cambi di luce la spigola caccia i piccoli pesci, molluschi e granchi a ridosso della riva, con agguati e appostamenti. Quan-do stanno per deporre le uova cacciano vicinissimo a riva. È questo il periodo migliore per utilizzare i muggini. Infatti le spigole, specie quelle di grossa taglia, sono più goffe e lente nei movimenti e quindi… che cosa c’è di meglio di un muggine in evidente difficoltà? Minimo sforzo e massima resa. In questa situazione non è indispensabile andare per il sottile: anche una pesca rozza, “antica”, ottiene ottimi risultati e pari numero di mangiate. Per quanto riguarda la canna, questa deve avere una buona schiena e soprattutto deve a lanciare zavorre pesanti con l’aggiunta del muggine! Oltretutto possiamo incappare in qualche razza di grossa taglia o, peggio ancora, in gronghi e pesci serra. La paratura è costituita da un trave di due metri dello 0,60 con attacco alto, bracciolo dello 0,50, possibilmente in fluorocarbon, non tan-to per la visibilità che al buio non conta, bensì per la maggior rigidità. Amo Aberdeen del 2/0 e via! Il mulinello deve essere di grossa taglia. Fisso o rotante? Libera scelta! In bobina possiamo utilizzare uno 0,40 diretto, ma se si vuol far qualche metro in più, meglio uno 0,28 o 0,30, più lo shock leader, conico, ad eguagliare il trave.
“Se di notte possiamo usare braccioli dello 0,50 o 0,60, di giorno il diametro scende ben al di sotto dello 0,40, pena non vedere neanche una tocca”.
Spigola in diurna
La situazione può essere abbastanza complessa, perché i pesci e le spigole in particolare alternano lunghi periodi di inattività a temporanei momenti di frenesia alimentare. Il nostro compito è quello di essere pronti e bravi nel far trovare l'esca nel posto giusto, nel passaggio obbligato, al momento giusto. In genere sono preferibili le giornate poco soleggiate e magari, perché no, piovose, e con venti freddi. Gli spot, vicini a foci o scogliere, assicurano un pascolo ricco e spesso variegato. Attenti alle norme di legge, circa la distanza da osservare in prossimità di foci e porti. In ogni caso il mare dovrà essere “ideale”, in rispetto al più ortodosso concetto del surf casting, quindi onde, e vento. Ma veniamo alle vere differenze. L'apparato pescante sarà più elaborato e dovrà comunque rispettare il giusto equilibrio tra visibilità e robustezza. Anche perché, a differenza di quanto avviene di notte, è possibile incrociare la “famigerata” leccia (Lichia amia), pesce dalla forza spropositata che richiede, in termini di fili, diametri un tantino più generosi. Saranno da preferire terminali scorrevoli con monofili abbastanza sottili, fluorocarbon di ottima fattura e ottimi ami. Lo scorrevole risulterà un’ottima carta nonostante la gittata limitata. Più importante è la sua capacità di ingannare il pesce. La partenza della spigola non sarà frenata dal peso del piombo. Se ci si accorge della mangiata, bisognerà tenere la calma e ferrare solamente alla seconda ripartenza. Infatti la spigole all’inizio trattiene il cefalo nelle fauci, per poi ingoiarlo successivamente. Se si ferra troppo presto si rischia di perdere la preda. Si pesca soprattutto a ridosso della schiumata e tutto è più semplice se si capisce come è fatto il fondo. Tutto deve esere “organizzato” in modo che la spigola possa muoversi liberamente anche con l’esca in bocca. Ecco perché è necessario pescare con la frizione aperta. Presentare l'esca nel modo più naturale è un’arma vincente, soprattutto con tanta luce e apatia dei predatori. La marea è fondamentale e vige sempre la regola delle due ore prima fino alle due ore dopo il picco. Ma in casi sporadici e giorni di luna crescente possiamo anche puntare al picco di bassa.
Esperienza sul campo
Giorni fa ho avuto la conferma che con un ottimo spot, picco di alta marea e bassa pressione, le mangiate non mancano. Arrivo in spiaggia prima dell'alba, vento forte alle spalle. Tento di capire il profilo della riva con la poca luce naturale (mai puntare il faretto in acqua!). Scelgo una punta con una leggera onda di riflesso e piazzo la prima canna. Ho pochi muggini quindi decido obbligatoriamente di rispettare al massimo l'esca, senza stressarla nel lancio. Lancio l’esca nella schiumetta a circa 15 metri dal gradino di risacca. Sono solo, quindi posso mettere le canne abbastanza distanti e inizio a picchettare a destra e sinistra della punta. Nella parte destra preparo due canne armate con scorrevole, piombo da 140 a palla e bracciolo da un metro e mezzo dello 0,40. Il fondo “parla chiaro”, davanti a me c’è un canale parallelo alla riva e abbastanza largo. Lancio sulle porte, agli estremi del canale: se gira qualche pesce deve passare da qui! L'ultima canna, a sinistra della punta. Con questa lancio un poco più fuori, con un trave alto e bracciolo dello 0,40, lungo un metro e mezzo. In tutto preparo 4 canne, occupando non più di 50 metri di spiaggia. Una volta messa in sicurezza tutta l'attrezzatura e tarato le frizioni dei rotanti e dei fissi, mi riparo dal vento. La giornata però non inizia benissimo. Vedo spiombare la prima canna più lontana, ma è l’attacco di un serra che distrugge la lenza. Nel cassone ho solo due finali in acciaio e non voglio sprecare i pochi muggini vivi. Escogito un diversivo e innesco un mezzo filetto del muggine appena aggredito e lancio. Per fortuna, come so-no arrivati, i serra, dopo neanche un’o-ra, spariscono. Dopo un attimo di sosta faccio una ricognizione. Scorgo subito un filo tutto in bando sulla canna in punta e subito realizzo! Ferro con decisione. Sento una bella resistenza. Il combattimento non è entusiasmante ma all’ultimo il pesce si rinvigorisce. Ecco una bella “regina”, di gran lunga superiore ai 2 chili e mezzo! Innesco nuovamente e decido di cambiare tutti i muggini. Non posso perdere l'arco di tempo della frenesia. Intanto iniziano le foto di rito e contatto gli amici per mostrare il bel pesce. Che bello anche oggi è fatta. Passano i minuti e il vento aumenta con raffiche fortissime che mi fanno dannare. Assicuro bene le canne ai picchetti abbassando al massimo il cestello. Così il mulinello poggia sul reggicanna e tutto il prdone aderisce al picchetto. Noto una canna troppo in tiro: è la prima a destra del canalone. Come la prendo in mano sento una forte resistenza e qualche testata. Intanto mi godo il recupero col nuovo rotante: una figata assurda! Il pesce è sotto riva, eccolo, una bellissima spigolona. Il mio sogno, una cattura con canna ripartita e rotante. Spiaggio il pesce e realizzo di aver compiuto una vera “scena” di surfcasting puro. Mi scatto una foto e subito, in diretta, la mando ad una persona tanto cara. Una giornata iniziata nel peggiore dei modi si è tramutata in un trionfo. D'ora in poi quando ci sarà una situazione simile, non disdegnerò una diurna alla spigola. Un'apertura del 2021 niente male, sen-za troppe pretese, ma con un gran risultato.
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