Spigolata Estiva
di Alessandro Puliga
L'inizio dell’estate dovrebbe coincidere con il periodo migliore per pescare a spinning qualche serra. Infatti, con l’aumento della temperatura in mare, questi predatori si avvicinano al sotto costa e il loro incontro diventa molto frequente, sia nelle aree portuali che nelle scogliere. In più il serra è un predatore per lo più di branco: uno strike non arriva mai isolato e ogni recupero è reso complicato dalla forza e dalla resistenza del predatore con i denti aguzzi. Ho usato il condizionale “dovrebbe” perché questa volta ho trovato la cattura che meno mi aspettavo. Sono uno spinner che si muove nelle coste settentrionali della Sardegna. In inverno mi dedico quasi esclusivamente alla pe- sca alla spigole, per lo più in foce. Ma in estate lecce e serra sostituiscono la “regina” in modo egregio. Nei giorni precedenti alla mia uscita a pesca ci sono state precipitazioni abbondanti, fattore che spesso influisce sul buon esito della battuta di pesca. In questo caso avevo dalla mia anche la giusta marea e la luna non troppo “ingombrante”. La pioggia ha ingrossato i torrenti e in alcuni casi, riaperto le foci che pensavamo sarebbero rimaste chiuse sino a ottobre. L’acqua dolce si è riversata in mare “rimescolando le carte”. Diversa salinità, temperatura e condizioni di acqua torbida, hanno creato una situazione nuova, inconsueta per questo periodo. La novità deve aver avuto effetto anche sui predatori.
La mia attrezzatura
Normalmente, quando decido di pescare dalle rocce, mi porto solo lo stretto indispensabile per avere le mani libere durante gli spostamenti. Come canna utilizzo una Speed Master della Shimano, un attrezzo in due pezzi (quindi con poco ingombro...) e lunga 2,7 metri. Trovo che sia il giusto compromesso di lunghezza, soprattutto se si pesca da postazioni rialzate. Come mulinello uso un Twin Power XD, sempre della Shimano. Robusto, con ottima frizione e pomello ergonomico, ha tutto quello che serve per lo spinning. Come trecciato in bobina, ormai sono stato “catturato” dallo Stealth Smooth8 Spiderwire, eccellente, con ottimo carico di rottura e abbastanza morbido da minimizzare eventuali “fiocchi” che, con altri fili, si formano soprattutto quando si cambia tipologia di artificiale, passando da un modello pesante a uno più leggero.
Nelle rocce di notte
Lo spot è una zona con basse scogliere, semplici da approcciare, anche perché l’intenzione è di tentare la fortuna al tramonto. In questi casi, con l’arrivo del buio, e dovendo muoverci sulle rocce, è sempre preferibile scegliere spot conosciuti, per spostarci in sicurezza con l’ausilio di una semplice pila. Avevo deciso di provare a pescare in superficie e quindi mi sono attrezzato con alcuni popper e walking the dog. In particolare, avevo con me un piccolo wtd della Seaspin, il Pro-Q. Dotato di due ancorette, una nel sotto pancia e una in coda, questo artificiale si presta bene a diverse tipologie di recupero: se si imprime alla punta della canna un movimento ritmato, il Pro-Q inizia a scodinzolare con sbandate molto evidenti; recuperato veloce con la punta della canna alta, inizia a saltellare, imitando alla perfezione un pesce che tenta la fuga terrorizzato; con frequenti stop and go, intervallati da pause anche di diversi secondi. I primi due tipi di recupero sono perfetti per il serra, il terzo “mette in moto” anche i barracuda. Sta di fatto che quella sera, provando e riprovando sia questo che altri artificiali, non avevo ancora visto un attacco. Ma questo artificiale, in passato mi ha regalato numerose catture. Ho quindi insistito e all’ennesimo lancio… strike! Ho subito capito che non si trattava di un serra. Infatti questo quando attacca tende subito a fuggire, trascinando con se metri e metri di lenza. In questo caso invece ho percepito la classica mangiata da spigola, che prende l’esca in bocca delicatamente e poi si blocca, dando quasi l’impressione di aver arroccato. Il successivo recupero non mi ha fatto penare troppo, capita spesso con le spigole. E con mio grande stupore ho portato sulle rocce una stupenda spigola, totalmente inaspettata. Mentre slamavo il pesce e mi preparavo a rilanciare, ragionavo su cosa mi era successo. Sicuramente su questa cattura hanno contribuito le strane condizioni climatiche, con le forti piogge che hanno riattivato la spigola, un predatore prettamente invernale. Non è passato molto che ho avuto un secondo attacco. Questa volta ero ben preparato e non mi ha stupito portare a termine una bellissima doppietta: due spigole nella stagione calda e non in laguna ma in mare, dalla scogliera. Un incontro raro, possibile solo grazie al meteo favorevole.
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