Sotto in Due
Siamo ormai quasi tutti d’accordo che in acqua conviene andarci in compagnia, per molti motivi: la sicurezza, una maggiore tranquillità, un continuo scambio di informazioni, una condivisione delle strategie, il piacere di vivere insieme emozioni difficilmente raccontabili a parole ma leggibilissime in uno sguardo. Questo è valido per la pesca in apnea, la più diffusa delle attività subacquee, per le immersioni con le bombole, consigliabile perfino per chi pratica lo snorkeling; e naturalmente per chi si immerge senza fucile, senza macchina fotografica, senza altra finalità se non quella di ignorare una funzione vitale per la nostra specie come quella di respirare, e lo fa per qualche minuto, in un ambiente paradossalmente ricco di ossigeno, intraducibile dai nostri polmoni. Un tuffo in un passato lontanissimo. Cercando se stessi in un blu sempre più scuro qualcuno si ritrova, si scontra con i propri limiti, li spinge più in là. In acqua o in terra la storia non cambia: è la storia dell’uomo.
Una coppia anche in acqua
Davanti a me ci sono un uomo e una donna, Silvia Olivari e Andrea Biagini, giovani ma con un bel po’ d’acqua, dolce e salata, sulle spalle. Lui ama pescare col fucile, lei no; lui preferisce il mare, lei è affezionata al cloro; sono una coppia anche in acqua. Colpa anche della passione comune per l’apnea, non di una comune passione.
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