Social: occasione o degrado e illegalità?

Social: occasione o degrado e illegalità?

La pesca sportiva in mare è un argomento che trova ampio spazio sui social media, dove appassionati, pescatori amatoriali e professionisti condividono esperienze, tecniche, catture e consigli. Su piattaforme come Instagram, Facebook e TikTok, si possono osservare diverse tendenze legate a questa attività.

Su TikTok, per esempio, la pesca sportiva in mare è spesso rappresentata attraverso foto e sopratutto video spettacolari di catture (come tonni, ricciole o pesci spada, orate e branzini), accompagnati da hashtag come #pescasportiva, #saltwaterfishing o #biggamefishing etc etc. Gli utenti mostrano esche, attrezzature (canne, mulinelli, barche) e panorami marini, creando una comunità visiva molto attiva. Ci sono anche reel che spiegano tecniche specifiche, come il trolling o la traina d'altura e tantissimi dedicati al surfcasting.

Su Facebook esistono gruppi dedicati, come "Pesca in mare Italia" o "Sportfishing Community", dove i membri discutono di regolamenti, spot di pesca (spesso tenuti vaghi per non rivelare i "luoghi segreti"), e condividono suggerimenti su maree, esche vive o artificiali. È anche un luogo di confronto su temi come la sostenibilità e il rispetto delle normative, ad esempio il catch and release.

Il fenomeno social però oltre a tutte queste belle cose è ormai pieno di pseudo pescatori sportivi che si vantano di catture oltre il consentito, di prede sottomisura e di attrezzi non consentiti, come se fosse una cosa buona, alla luce del sole. Si atteggiano da grandi pescatori particolarmente abili e seguiti da tanti ''fun'' che li osannano quasi come dei tifosi .

Fomeno diffuso e preoccupante, che rappresenta una seria minaccia per la biodiversità marina e gli ecosistemi costieri. Si tratta di attività di pesca illegale che violano le normative nazionali e europee, spesso motivate dal profitto economico e da tradizioni culinarie radicate, ma con conseguenze devastanti per l’ambiente marino.

La domanda è: ma avete capito di che stiamo parlando?

La pesca sportiva è un divertimento, che alcuni tramutano in scempio e degrado! Che facciamo li vogliamo esaltare pure?

Prelevare pinnuti, oltre ogni ragionevole limite, dai nostri mari , già stressati dalla pesca intensiva, non fa altro che danneggiare tutti gli amanti del settore.

Una distruzione del divertimento altrui è come se uno sconosciuto usufruisse del tuo parcheggio tutti i giorni a tue spese... dico io, saresti un po' arrabbiato se lo facessero a te?

In tutto questo le Istituzioni sono quasi completamente assenti, incapaci di governare e manco di vedere comportamenti assurdi e assolutamente censurabili come la vendita del pescato e l'utilizzo di mezzi impropri per la pesca sportiva.

Perché i video e le foto pubblicate non vengono utilizzate dalle forze dell'ordine? perché non si argina questo malcostume? Perché i rappresentanti degli Enti che si occupano del settore non sono propensi a fare esposti, denunce o azioni concrete per far terminare questo scempio?

Domande lecite ma che in Italia sono all'ordine del giorno e sempre inevase.