... Siamo tutti Marinai
Il vecchio adagio dei lupi di mare, oggi risulta essere sempre più attuale, infatti il diporto sta diventando la meta preferita degli sprovveduti e degli avventurieri. L’Italia, 4° paese europeo in quanto a parco nautico da diporto e 7° al mondo, sta favorendo sempre di più il noleggio giornaliero e l’avventura in barca per un giorno. Le ristrettezze di un’economia largamente stagnante, le vessazioni e i controlli incrociati da parte delle Autorità e dell’Agenzia tributaria italiana, non fanno altro che acuire i problemi relativi al diporto, considerato bene extra-lusso e pertanto preso di mira come fattore determinante all’individuazione di fenomeni di evasione fiscale o elusione di capitali da parte di piccole e medie imprese.Inoltre c’è il problema delle tasse dirette e degli adempimenti sempre più stressanti, parliamo della tassa di possesso, che pesa come un macigno su unità da diporto che pur non essendo più giovani e di valore assoluto scarso, ma che vengono vessate da ulteriori costi operativi che evidentemente ne incentivano la fuoriuscita dal mercato o la difficile collocazione in mare da parte dei proprietari.
Tutto questo non fa altro che favorire il noleggio, soprattutto quello breve, che, diciamola tutta, non aumenta la consapevolezza e la conoscenza del mare e del mondo marinaresco, ma agevola solo l’utilizzo del mezzo nautico per fini ludici, insomma per locomozione fine a se stessa. La cessione del mezzo nautico avviene per l’appunto in un contesto ludico, spensierato e giocoso, seppur accompagnato da operatori del settore diligenti e accorti, i quali avvisano e mettono a giorno l’avventore di tutti gli obblighi connessi alla conduzione di un mezzo nautico, ma che nulla possono durante l’esperienza improvvisata in mare da parte di skipper domenicali, spesso maleducati o incoscienti, di solito senza patente o preparazione marinaresca. Chi di noi, possessori di unità da diporto e amanti del mare, non ha incrociato in estate, vacanzieri domenicali che sfrecciano a tutta birra su mezzi ‘’40 cv’’ presi a noleggio, con musica a palla e alcool a bordo?
Naturalmente lungi da noi colpevolizzare l’attività del noleggio che ha molti vantaggi e specifiche comodità per coloro che, volendo passare una domenica spensierata in ambiente marino, conducono il mezzo noleggiato in maniera sana e costruttiva, oltre che diligentemente, tra le numerose unità presenti in mare nel periodo estivo. Tuttavia i rischi in mare sono tanti, e i tre più rappresentativi sono l’urto, la collisione e l’affondamento, che in totale, solo nel diporto, rappresentano ben 242 sinistri, solo nel 2019, e con una incidenza del 50% sul totale, di responsabilità imputabile al fattore umano.
La conduzione e l’utilizzo di mezzi nautici da diporto, soprattutto a motore, presuppongono specifiche conoscenze e attitudini, che non sempre tutti posseggono e che spesso si acquisiscono in anni di apprendistato marinaresco, infatti, spesso, una patente legalmente conseguita con studio e applicazione teorica non fa ciò che in anni si acquisisce a mare e nella pratica. Il passaggio da piccoli natanti a remi, a piccole imbarcazioni a motore, per poi arrivare a unità più importanti, danno al conduttore di mezzi nautici quel mix di conoscenze che ne fa un abile marinaio e conoscitore dell’ambiente marino locale, con le sue peculiarità, i suoi venti e le sue bellezze nascoste. Possedere un natante è un’esperienza completa, che va dalla semplice manutenzione, all’acquisizione delle conoscenze specifiche sul proprio mezzo e sui materiali, ma che poi si spinge alla conoscenza dell’ambiente marinaresco in generale e locale.
Conoscere venti, anfratti, approdi e affioramenti dei luoghi limitrofi, al proprio viaggio in mare, sono elementi indispensabili per una condotta sicura e rispettosa del mare. Per questo, a tutti i novizi, sussurriamo “col mare calmo, sono tutti marinai’’, quindi ricordate sempre che una patente nautica non fa il marinaio, e non è un alibi per avventure sconsiderate . Al buon marinaio o conduttore di una giornata, va sempre raccomandata diligenza e furbizia nell’ascoltare i suggerimenti dell’armatore e magari informarsi prima, sulla zona da frequentare e quindi stabilire prima i propri limiti in mare. Un altro adagio marinaresco suggerisce ‘’pe’ mare nun ce stanno taverne‘’, infatti per mare non c’è la tranquillità di un facile soccorso o di una sosta di emergenza, quindi la migliore arma del diportista diligente è la paura, chi non ha paura del mare non conosce i grandi pericoli che esso cela, chi non ha paura del mare rischia sempre grosso!
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