Shore Jigging
Il video dura un minuto e quarantadue secondi in tutto. La qualità non è alta, anzi... immagini in controluce con una bassa definizione. Il soggetto, un pescatore in piedi su di una scogliera, sigaretta in bocca, è illuminato da un sole basso, alba o tramonto, chissà? Dopo il lancio segue un minuto di attesa statica, quasi noiosa. Poi il protagonista inizia a recuperare lenza, il movimento della canna ad animare un jig. All’improvviso l’attacco del pesce, una prima fuga gestita con qualche difficoltà dal protagonista. Poi la seconda fuga, una mano incerta tenta di chiudere la frizione per contrapporre un’improbabile resistenza. Oh, oh, oh! urla il pescatore mentre la lenza “decolla”. Pochi secondi impressionanti, indimenticabili e poi il pesce si slama, scappa via e al pescatore non resta che recuperare, premere stop sulla videocamera e postare il tutto su You Tube. Sono incappato in questo breve filmato a Giugno dell’anno scorso, in uno dei miei tanti “viaggi” virtuali per approfondire un argomento che sempre più mi appassiona, stuzzica il mio interesse. Stiamo parlando dello shore jigging, il nome dice tutto e tradotto significa “jiggare” dalla riva (con questo inglesismo si indica l’azione necessaria ad animare l’artificiale), dalla costa, pescare con i metal jig restando con i piedi sulla terra ferma e non in barca. Gli dei dei blog di spinning che dall’alto dei loro computer pontificano e bacchettano chiunque provi ad accennare un ragionamento proprio, leggendo queste righe sentenzieranno: “Nulla di nuovo, è una tecnica vecchia, io la conoscevo già bla, bla, bla...”. Ed invece no, a volte e non di rado, certi avvenimenti esulano da un asse temporale fisso e diventano qualcosa di più, non vorrei utilizzare un termine troppo forte ma mi sbilancio, a volte diventano eterni. Quei pochi secondi di immagini sbiadite, con l’audio disturbato dal fragore della risacca, ogni volta che premo play sul filmato tornano vivissime, presenti, attuali. Forse perché mi ricordano una serata di surf casting a Pula, trascorsa con il mio amico Andrea Cabras alla ricerca del pesce serra da copertina. Anche quel giorno di colpo arrivò l’attacco, Andrea fronteggiò per qualche attimo “la bestia” che però in pochi secondi trascinò in mare 150 metri di lenza con una progressione formidabile, inesorabile. Seguì la rottura del filo, ma ancora oggi Andrea ed io ricordiamo quei momenti, importanti più di mille catture! Ed ecco che allora il filmato di cui parlo non è il classico documento autocelebrativo di un pescatore egocentrico anzi, racconta di un fallimento, il più bel fallimento a cui sia dato di assistere ad uno spinner. In 102 secondi c’è tutto quello che si può desiderare andando a pesca in shore jigging. Mille altri video vi illustreranno e spiegheranno questa tecnica ma se volete trovare un motivo, una scusa per provare a pescare in shore, immaginando a che cosa andrete in contro lanciando un jig da una scogliera, allora digitate su Google o direttamente su You Tube “shore jigging mesogas13” pubblicato il 14 Maggio del 2013 e buon divertimento.
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