Shardana East Coast
Con un carniere di grosse mormore, Pietro Carta si aggiudica la prima edizione del trofeo organizzato dagli Shardana.
Francesco Gavino Fois
La prima edizione del Trofeo Shardana, Coppa East Coast, è stata organizzata dall’omonimo sodalizio di Orosei. E di surfcasting vero si tratta, con una tabella delle misure minime opportunamente ritoccata “al rialzo” e la versione a spiaggia libera a box di 4, in un campo gara compreso fra Olbia e Orosei. A aggiungere il tocco finale ci pensa il meteo, con una burrasca di tramontana che incomincia a soffiare dalla notte precedente alla gara. E così il giorno fatidico, il 5 novembre, molti spot “saltano”, perché il vento da N li prende in pieno, e a questo punto il ventaglio delle spiagge utili si riduce ulteriormente. Al punto di ritrovo, il bar Gasoline a Marina di Orosei, si presentano 17 box. L’obiettivo era quello di allestire questa prima edizione senza cercare i grandi numeri, quindi il presidente Antonello Nanni e i ragazzi dello Shardana possono dirsi soddisfatti. La società è giovanissima, ma sostenuta da vecchie volpi, quali Antonello Nanni, Mario Olianas e Tore Nieddu, solo per citarne alcuni. E le nuove leve del settore giovanile stanno già facendo ampiamente parlare di loro. Come ogni gara a campo libero che si rispetti, l’ordine di partenza, determinato dal sorteggio, svolge un ruolo determinante. Ma da quel momento entrano in gioco esperienza e coraggio del pescatore: meglio stare “in zona” per avere un maggior capitale temporale di pesca, o andare a cercare i pesci a costo di perdere un paio d’ore? La seconda scelta è quella del box Chessa Becugna (Larus club SS) e Carta Farris (Adps Orosei), che si spingono fino alle porte di Olbia e torna alla base, sempre il bar pizzeria Gasoline, con quattro incredibili carnieri di mormorosauri e esemplari assolutamente da record! Proprio da quel box verranno fuori i nominativi del podio finale, con Pietro Carta che si impone per poco più di 100 grammi su Claudio Becugna. A seguire il presidentissimo del Larus, Manuel Chessa, che conferma l’ennesima stagione ad altissimi livelli, culminata con la vittoria al memorial Magrini della scorsa estate. Roberto Farris, il quarto componente del box, chiude comunque con un degnissimo 12 posto. La gara poteva certamente essere più generosa in termini di pescato, ma i pesci arrivati alla bilancia erano tutti pezzi da novanta, arrivati un po’ dappertutto, da spot lontani, ma anche piuttosto vicini. La premiazione targata Maver per quanto riguarda i prodotti tecnici, ma arricchita dalla generosità dei numerosi sponsor intervenuti, chiude la serata, o meglio la nottata, nella quale una tappa importante è stata senza dubbio l’ottimo “giropizza” che ha messo d’accordo tutti i garisti, anche i più stanchi o i più delusi dal risultato finale. Non abbiamo dubbi, il trofeo Shardana si propone come un appuntamento importante del prossimo calendario agonistico, una gara stimolante che quest’anno ha regalato emozioni e sorprese e che saprà sicuramente ripetersi anche in futuro. A medas annos kin salude!
L'Intervista
Olienese doc, classe 1976, Pietro Carta può già vantare tre partecipazioni alla fase finale dei campionati italiani di surfcasting, e ben 2 Club azzurri. La sua carriera agonistica inizia sotto i colori della Ventu e Mare di Oliena. Nel 2017 passa all’Adps Orosei, e nel 2019 diventa promoter Yuki. Da sempre pescatore in mare, ultimamente si è anche avvicinato alla specialità del feeder in acqua dolce. La prima domanda è inevitabilmente legata al trofeo Shardana. Com’è maturato questo prestigioso risultato? Ci tenevo in maniera particolare a partecipare a questa gara, d’altronde si trattava di un derby fra la mia società e lo Shardana, l’altro team di Orosei! E ci tenevo soprattutto a vincerla. Vista la formula a campo libero ho provato varie spiagge nei giorni precedenti al 5 novembre. Le condizioni meteomarine sono cambiate di colpo, mandando “fuori pesca” molti spot nei dintorni di Orosei, quindi, io e il mio compagno di box Roberto Farris siamo partiti in direzione Olbia. All’arrivo in spiaggia il mare appariva molto formato, ma piuttosto schiacciato dalla tramontana. Una situazione difficile. L’impegno e la perseveranza sono stati premiati da una bella serie di mormore formato XXL! Proprio la taglia esagerata dei pesci mi ha premiato, proiettandomi sul gradino più alto del podio. A parer tuo, cosa si può fare per arginare il brutto fenomeno della pesca di frodo praticata da molti “furbetti”? Innanzitutto servono sicuramente mag- giori controlli da parte degli organi preposti (Forestale, Barracelli, Vigili urbani…). Purtroppo ancora molti pescatori sportivi non conoscono le norme, non distinguono le specie, non le studiano, quindi molto spesso non hanno consapevolezza di quello che stanno facendo. Quanti sanno ad esempio in quale periodo certi pesci sono carichi di uova e quindi pescarne e trattenerne anche pochi esemplari significa realizzare una strage? Serve coscienza, formazione e in questo le società sportive come la mia potrebbero e forse dovrebbero avere un ruolo fondamentale. Quali sono le caratteristiche essenziali per essere un atleta di livello ai giorni nostri? La pesca sportiva, anche se a un primo sguardo non sembrerebbe, è uno sport estremamente impegnativo, sia in termini di tempo che economici e anche fisici. Se si vogliono raggiungere ri- sultati di rilievo è importante mantenersi in forma. L’altro elemento indispensabile è la consapevolezza che non si arriva mai, c’è sempre da imparare e da migliorarsi, perché anche dopo una o più vittorie, la batosta è sempre dietro l’angolo. Un atleta completo deve sicuramente anche avere un alto tasso tecnico, comprese delle buone doti di lancio, per essere competitivo in ogni situazione gli si prospetti.
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