Serra Revolution
di Alberto Cossu
Noi giovani abbiamo imparato a pescare i serra dai racconti di pescatori più esperti. A sentire le loro storie, con catture spesso sopra i 5 chili e oltre, mi viene da pensare che è stato un peccato non esserci in quegli anni di gloria! Prima era tutto più semplice, in pochi pescavano i serra, era un pesce quasi sconosciuto. Si utilizzavano fili grossi, bocconi grandi e ingombranti, con anche 3 ami in serie e misure dal 5/0 al 7/0. Non era necessario lanciare lontano, i serra nuotavano vicino a riva, alla portata di tutti. E poi si assisteva a tante mangiate. Sembrava una pes-ca semplice, alla portata anche del pescatore inesperto, il recupero era sempre spettacolare e emozionante e la soddisfazione finale immensa. Oggi è tutto cambiato. Anche la pesca al serra richiede una maggior attenzione nei dettagli: fili sempre più sottili, ami più piccoli e leggeri e la preparazione dell’impianto pescante va fatta con cura. Il cambiamento è evidente se osserviamo gli inneschi. Anni fa, i “salsicciotti” avevano dimensioni esagerate, contenevano 3 ami e pesavano tantissimo. Adesso per sperare di vedere qualche attacco dobbiamo lanciare più lontano possibile. Il trancio, che quasi sempre è di muggine o sardina, ora ha dimensioni molto contenute e si affida sull’efficacia di un solo amo, massimo del 4/0! Questo per lanciare l’esca quei dieci, quindici metri in più che fanno la differenza. L’intero ecosistema marino si è impoverito e noi pescatori ci dobbiamo adattare e mettere in preventivo molte uscite a vuoto. E anche quando il mare ci regala qualche catture, la maggior parte delle volte si tratta di esemplari che superano a fatica il chilo di peso.
Trucchi per il serra
Ho dedicato al serra fishing parecchie uscite e sono arrivato alla conclusione che questa è una tecnica solo all’apparenza “pesante”. Come accennato la maggior parte degli attacchi si verificano lontano da riva e quindi dobbiamo adattare tutta la linea di pesca al raggiungimento di questo obiettivo. Per prima cosa in bobina utilizzo fili con sezioni che vanno dallo 0,22 ad un massimo dello 0,28. È d’obbligo lo shock leader e io utilizzo un “conico” che arriva alla sezione massima dello 0,67. Se prima mi capitava di usare una paratura con piombo scorrevole, adesso utilizzo il sistema fisso, sempre per aumentare la distanza di lancio. La lunghezza del trave dipende dal fondale: con molto fondo il trave ha una lunghezza di 220 centimetri, molto meno se l’acqua è bassa. Se possibile e cioè quando il boccone è abbastanza piccolo e allungato, monto il bait clip che è un sistema formato da una specie di gancetto su cui si punta l’amo e permette di tenere il bracciolo solidale col trave durante il lancio; quando il piombo tocca la superficie dell’acqua l’amo si sgancia. In questo modo si recuperano ulteriori metri. Il bracciolo è fatto da uno spezzone di nylon dello 0,40 o 0,50 su cui collego circa 30 cm di treccia d’acciaio. L’unico amo è del 4/0. Ultimamente mi sono allenato nel lancio e devo dire che riuscire a portare l’esca lontano con un buon ground cast permette un ulteriore salto di qualità. E poi, usando fili sottili in bobina affiora davvero il senso di sportività, tipico della pesca ricreativa. I combattimenti durano il doppio rispetto a prima e la possibilità che il pesce “vinca”, lasciandomi col solo boccone spappolato, è davvero tanta. Le fughe sono la vera anima di questa pesca: il serra riparte deciso, più volte, anche vicino a riva, ma appena vedo la lenza dello shock leader avvolgersi 2 o 3 volte in bobina, inizio a forzare il pesce. È inutile dire che è una pesca adrenalinica al massimo. Ci si può aspettare esemplari dal mezzo chilo fino a a parecchi chili. Ma soprattutto, quan-do la canna “balla” sul picchetto e la frizione canta inizia la magia! Sono attimi davvero di entusiasmo esagerato. Personalmente prediligo la cattura di taglia, magari l’unico strike dell’intera serata, ma di valore e godimento assoluti.
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