Roubasienne
La pesca con la roubasienne è una tecnica nata in Francia, precisamente nella città di Roubaix (da cui il nome) tra gli anni ‘60 e ‘70. Le prime canne erano in alluminio, lunghe non più di 7 metri, con un apicale sul cimino nel quale attaccare un elastico con funzioni di ammortizzatore per il combattimento. Con l’avvento della fibra di vetro e del carbonio soprattutto, materiale notoriamente iperleggero, le cose sono di gran lunga migliorate, tanto da consentire la produzione di canne fino a 16 metri e in alcuni casi anche oltre. Oggi il cimino della roubasienne è cavo e accoglie l’elastico anmortizzatore, migliorando ed agevolando l’azione di pesca sia in fase di trattenuta della lenza, che in fase di recupero del pesce. In buona sostanza, la roubasienne risulta una canna fissa, ad innesti, che permette di pescare ad una certa distanza da riva con una precisione che le altre tecniche non possono garantire. I sintesi i vantaggi di questa tecnica si possono così riassumere: riduzione al minimo della pancia che la lenza forma tra la punta della canna e il galleggiante eliminando l’azione fastidiosa del vento; prontezza di ferrata; possibilità di pescare a 13 o più metri dalla riva con galleggianti dell’ordine anche del ½ grammo; possibilità di pasturare, con l’ausilio di una coppetta, esattamente nel punto in cui si cala l’esca (continua sul giornale).
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