Roubaisienne vs Inglese
Prima di ogni battuta di pesca, il giorno prima di una gara, ho un pensiero fisso in testa: “Roubaisienne o inglese?”. Se il campo gara è irregolare, con postazioni con tre metri di fondo sotto i piedi e altre nelle quali per trovare anche solo un metro di fondo bisogna uscire fuori a cinquanta metri, capite bene che il dubbio nasce spontaneo. Nelle 4 manche dei recenti provinciali che si sono svolti al Cixerri, la scelta tra la canna inglese e quella francese ha fatto la differenza, con prove dominate dalla 13 metri e altre dal grosso galleggiante a lunga gittata. È anche vero che se ci si trova in un picchetto all’apparenza perfetto per la roubaisienne non è detto che sia quella la tecnica da usare e per evitare la fastidiosissima “sturrata” sarà obbligatorio, nei primi minuti di gara, “leggere l’acqua” e perché no, ricordarsi di quando a scuola si scopiazzava dal vicino di banco. Ad esempio, mi ricordo una gara di qualche tempo fa nella quale mi trovavo in un picchetto dove fino ad una distanza di 20 metri da riva c’era un metro di fondo e tanta erba, per cui mi misi a pescare all’inglese. Ma dopo un’ora e mezzo non avevo visto ancora una mangiata. Ad un certo punto il mio vicino di picchetto si preparò per lanciare l’inglese, ma l’archetto del mulinello si chiuse e il galleggiante cad-de a 3 metri dai suoi piedi. Quando tirò su per lanciare nuovamente, al suo amo vi era attaccato un piccolo persico sole. Ho fatto due più due e con 4 pezzi di rouba ho pescato per il restante tempo senza sosta un persico sole dopo l’altro e grazie anche al mio compagno di squadra abbiamo vinto il settore.
Campi gara
Ormai in quasi tutti i campi gara i pesci sono diventati diffidenti e difficili da pescare e sembra che sappiano quando ci sono competizioni importanti. Se si prova il campo gara qualche giorno prima, si possono anche fare svariati chili di pesce, ma scordatevi pure di ripetervi in gara. Se le postazioni sono raggiungibili con l’auto, immaginatevi la differenza che c’è tra il rumore delle centinaia di auto che raggiungono le sponde il giorno della gara e quello che fa la vostra macchina quando andate da soli. Ecco perché solo i pescatori più scaltri riescono a differenziarsi dagli altri ed a portare a guadino il maggior numero di prede possibile.
Scelta della tecnica
La scelta tra la canna roubaisienne e la canna inglese va sempre fatta al momento, mai decidere prima. Se la postazione lo consente, direi che è sempre meglio iniziare con la roubaisienne e verso fine gara, quando le catture sono avvenute e le mangiate iniziano a scarseggiare, è consigliabile “uscire” con l’inglese alla ricerca di qualche pesce di taglia. Ecco questa dovrebbe essere una condotta di gara impeccabile, ma purtroppo non sempre le cose vanno così. Vediamo di analizzare come impostare la gara in base al picchetto assegnato e ai pesci presenti.
Postazione con acqua bassa ed erba di fronte
Sono sicuro che questa è la postazione che nessuno vorrebbe gli capitasse perché, salvo in rari casi, l’uso della roubiasienne a 13 metri è impossibile. Bisogna armarsi di pazienza e fare il fondo fuori per partire con l’inglese e nel frattempo che si pesca così, bisogna fare un fondo anche dove c’è l’erba di fronte a noi, alla distanza di 3, 4 sezioni di rouba, così da poter cambiare velocemente strategia se l’inglese non funziona. In questo caso ricordiamoci che la pesca con la sola punta della rouba, mirata a arborelle, persici sole e reali si sviluppa in velocità. La pasturazione è indispensabile ma bisogna stare attenti a non eccedere perché i pesci piccoli si saziano in fretta. Quindi si usa solo dello sfarinato e ogni tanto si può lanciare anche qualche bigattino che potrebbe attirare qualche bel carassio.
Postazione con discreto fondo a 13 metri
La postazione perfetta è proprio questa, ovvero con almeno 2, 3 metri di fondo sulla linea dei tredici metri. Se si capita in un picchetto così, nella prima mezz’ora di gara si deve capire quale strategia adottare ed in base alle mangiate bisogna scegliere se dedicarsi al pesce di taglia o puntare alla quantità con quelli più piccoli. Oltre al fondo iniziale a tredici metri, sarebbe opportuno farne uno anche più vicino ed in base all’andamento della gara si potrà scegliere se pescare il piccolo vicino o il grande a tredici metri (sempre che ci sia). Poi, nella sfortunata ipotesi che scarseggi sia il piccolo che il grande si può provare fuori con l’inglese alla ricerca di qualche cattura che garantisca comunque un buon piazzamento.
Montature per rouba o per inglese
Per pescare a tredici metri, in gara generalmente si tende ad usare elastici pieni rispetto ai cavi (io almeno due kit strippa con elastici cavi li tengo sempre a portata di mano). I fili saranno proporzionati agli elastici e i galleggianti tra il mezzo grammo e il grammo e mezzo. I pallini saranno distribuiti in 60 centimetri con il solito bulk di taratura e i tre pallini sotto (configurazione da lago). Se ci accorgiamo che il pesce mangia appoggiato sul fondo useremo i kit con i galleggianti dal grammo in su, mentre se dovesse mangiare staccato dal fondo, useremo i kit con galleggianti con portata minore al massimo mezzo grammo. Per pescare all’inglese in gara ad una distanza compresa tra i 30 e i 40 metri da riva si usano galleggianti con grammature tra i 14 e i 20 grammi. Una possibile paratura prevede la lenza libera senza piombini tra il bulk, appena sotto il galleggiante, e la girella del finale. Questa configurazione, in fase di volo, avendo meno attrito, raggiunge distanze maggiori. Al massimo si può aggiungere un pallino del 9 a ridosso della girella del finale se come esca si usanobigattini, in maniera tale da far raggiungere il fondo un po’ più velocemente. Come filo in bobina un buon 0,16 affondante e come finale uno 0,14 perché scendere oltre come diametro del finale sarebbe rischioso.
Conclusioni
Le gare di pesca al colpo sono sempre un terno al lotto perché non sai mai che postazione ti possa capitare e per questo è sempre meglio non farsi trovare impreparati. Sarà indispensabile avere un buon assortimento di lenze già pronte avvolte in comode scalette di plastica, preparate in varie misure sia come grammature che come diametro dei fili e dimensione degli ami e poi una buona scorta di finali già legati che non guasta mai.
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