Rombo ed Estiu
Rombo chiodato (Psetta maxima)
Questo mese parliamo del rombo, specie appartenente alla famiglia degli scoftalmidi, composta da diverse specie simili fra loro, aventi caratteristiche proprie dei pleuronectiformi, ovvero quei pesci che presentano un corpo appiattito e gli occhi sullo stesso lato, come ad esempio le cugine sogliole. La specie considerata questo mese è nello specifico il rombo chiodato (Psetta maxima, Linnaeus 1758) che rappresenta la specie più commercializzata in quanto si è riusciti ad allevarla. Nei mercati possiamo comunque trovare anche il rombo liscio (Schoftalmus rhombus) ed il rombo quattrocchi
(Lepidorhombus boscii) a volte confuso erroneamente con la suacia, pescato in profondità insieme ai gamberi ed agli scampi. Il rombo chiodato è una specie diffusa nel Mediterraneo, prevalentemente nel Tirreno ed in alto Adriatico, nell’Atlantico dalle coste del Marocco fino al Mar Baltico ed ai confini del Circolo Polare Artico. Presenta come tutti i pluronectiformi il corpo molto appiattito, grigio verdastro, a macchie nere su un lato e praticamente bianco sull’altro, quello cieco. Negli esemplari allevati spesso il lato bianco presenta delle grosse macchie scure. Gli occhi sono sullo stesso lato, il sinistro, quello che non sta a contatto col fondo. Il corpo presenta una forma romboidale, con la testa piccola e appuntita e con la bocca arcuata posta al vertice del muso. La coda è di medie dimensioni. Presenta delle piccole squame e dei tubercoli ossei sul lato colorato dai quali deriva il nome. La pinna dorsale unica è caratterizzata da raggi molli, non spinosi. Presenta una colorazione mimetica, simile se non identica alla morfologia del fondo sul quale vive e sul quale caccia. Può raggiungere la dimensione di 1 metro per un peso massimo in letteratura di circa 25 chili. Predilige naturalmente i fondali sabbiosi e fangosi, spesso misti alla roccia, dai 20 ai 70 metri di profondità. Si riproduce nel periodo che va da aprile ad agosto. Il rombo chiodato è un predatore e si nutre prevalentemente di piccoli crostacei e piccoli pesci.
Stefano Farci
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