Ricciole Difficili

Spesso succede che pur avendo dalla nostra tutti i presupposti per ottenere risultati, non mangiano; alla luce delle nuove esperienze fatte con le telecamere subacquee uniamo vecchie e nuove esperienze per trovare delle motivazioni.

 La ricciola è a tutti gli effetti uno tra i pesci più difficili da far abboccare. A parte i rari casi in cui viene catturata fortuitamente, la regola è ben diversa. Ci troviamo di fronte ad un pesce che se decide di farci impazzire, lo fa egregiamente, non per altro i grandi esemplari sono stati catturati solo ed esclusivamente con esca viva, a parte negli ultimi anni in cui alcune sono state “fregate” a jigging. Non sentirete mai di una ricciola grande catturata con un minnow o con un esca in drifting, a parte i casi fortuiti che non sono la regola. Anche davanti all'esca viva più appetitosa e presntata a regola d'arte è sospettosissima, spesso segue l'esca per diverso tempo per poi riprendere tranquillamente la sua strada. Oppure l'afferra e la sputa immediatamente. Insomma per chi pesca dalla barca è il pesce più ambito proprio per le difficoltà oggettive che presenta nel farla abboccare. 

L'autore con una delle sue innumerevoli grosse ricciole dei nostri mari, ben superiore ai 20 kg di peso.

Eco deserto - Alla luce delle esperienze fatte con la telecamera davanti all'esca, si sono evidenziate delle situazioni che un tempo sospettavamo e che ora sono certezze. Uno degli eventi più frequenti della traina alla ricciola è quello di pescare ore ed ore senza vedere nessun segno di una certa importanza sull'ecoscandaglio e senza registrare nessuna abboccata. Questo spesso ci porta a pensare che durante la nostra battuta di pesca non abbiamo mai incrociato il nostro target, di conseguenza le ricciole non ci sono. Fin dalle prime riprese effettuate con la telecamera sull'esca, ci siamo invece accorti che la realtà è ben diversa. Sono state infatti filmate decine di ricciole che vanno a vedere l'esca, senza toccarla, magari seguendola per diversi minuti, senza mai essere segnalate dall'ecoscandaglio. Uno dei particolari più interessanti constatati è che la maggior parte delle ricciole (se non tutte) che si sono avvicinate all'esca, per poi seguirla incuriosite, arrivava da dietro o lateralmente, mai da sotto la barca o dal fondo. Questo spiega il perché lo scandaglio non le aveva segnalate, ma soprattutto che forse le ricciole sentono nitidamente il rumore della barca associandolo forse ad un potenziale pericolo. Nei casi in cui è avvenuto l’attacco, ci sono state ricciole che hanno aggredito l’esca senza nessun indugio ed altre che invece l’anno prima studiata, magari allontanandosi, per poi tornare e mangiarla. In diversi casi la ricciola ha “assaggiato” l’esca afferrandola con la bocca, per poi sputarla immediatamente, forse accortasi di qualcosa di anomalo. Tutti questi particolari hanno parzialmente confermato che anche se non succede niente e non si vede niente sullo scandaglio, non è detto che le ricciole non ci siano e che in qualsiasi momento potremmo avere uno di questi splendidi pesci che sta seguendo la nostra esca.

Questi pesci sono molto selettivi in fatto di alimentazione. Al contrario di ciò che si pensa, i pesci non sono sempre affamati e pronti ad ingurgidare qualsiasi cosa, bensì hanno un'ampia scelta alimentare e quindi selezionano con cura le proprie prede. Infatti, per le grandi ricciole ci vogliono esche di una certa grandezza: calamari, muggini, lanzardi, tonnetti, lecce stella e barracuda.

Le ricciole di taglia - La ricciola viene considerata di buona taglia superati i 16 chili di peso. Ci troviamo di fronte a pesci scaltri, che in molti casi hanno già accumulato l'esperienza necessaria per collegare alcune situazioni ad un potenziale pericolo. Spesso seguono le esche vive trainate senza nessuna intenzione di mangiarle e collegano alcuni eventi, come ad esempio il rumore del motore di una barca a qualcosa di negativo. Non conducono più vita gregaria se non nel periodo della riproduzione, al massimo si riuniscono i gruppetti di 3-4 esemplari. Sono pesci fortissimi, infatti la taglia più battagliera è quella compresa tra i 24 ed i 30 chili. Nonostante la spiccata voracità, non mangiano qualsiasi cosa, anzi discernono accuratamente le prede. Sono ghiottissime di piccoli tunnidi, calamari e pesce azzurro, ma anche di pesci che vivono su fondali sabbiosi come le gallinelle, le tracine, i pagelli e perfino razze e sogliole. Data la mole imponente devono celare la propria presenza alle prede muovendosi vicino al fondo o lungo le cigliate. Durante la stagione fredda scelgono acque a temperatura costante anche oltre i 100 metri di profondità. Accostano in giugno per la riproduzione per poi trattenersi in aree limitrofe alla costa fino all'autunno inoltrato e prediligono le esche stagionali, cambiando alimentazione in base a ciò che il periodo e la zona gli offrono. 

Oltre ad essere grande l'esca dev'essere innescata quanto più naturalmente possibile e per questo il catalina con un amo singolo è il sistema migliore. Si possono usare sia ami j-hook, che circle a seconda delle preferenze personali.

Ricciole solitarie - Molto spesso il comportamento degli esemplari solitari è ben diverso da quello che pesci della stessa specie hanno quando si trovano in gruppo. Il predatore solitario è un killer. Schivo, sempre in guardia, si aggira tra le rocce o in acqua libera, con movimenti lenti, ma mirati. Tutti i suoi sensi sono proiettati ad avvertire la presenza di prede o eventuali pericoli. Osservarlo nel suo ambiente naturale è come vedere una macchina da guerra programmata per una missione impossibile, ma la realtà è ben diversa. Il predatore solitario non può contare sulla forza del branco per cacciare, deve arguire tutte le sue capacità per sopravvivere e spesso diventa un pesce con una sospettosità talmente spiccata da risultare una preda difficilissima. In genere i solitari sono adulti separatisi dal branco per scelta o per necessità, ed hanno iniziato la loro vita errabonda alla continua ricerca di cibo. Si tratta sempre di pesci grandi, che sviluppano anche delle caratteristiche morfologiche particolari. Le ricciole solitarie, ad esempio, si riconoscono per il corpo molto allungato, la pancia sfinata e la coda molto grande. Queste caratteristiche presuppongono grandi doti di nuoto, sia nei lunghi spostamenti che nelle rapide incursioni. Le grandi ricciole solitarie, come quelle che cacciano in piccoli gruppi, sono solite cacciare lungo i bordi inferiori delle secche, celando la propria presenza nelle zone d’ombra, ma non disdegnano rapide e violente incursioni in pochi centimetri d’acqua, inseguendo cefali ed altri pesci costieri fino a farli spiaggiare. I predatori solitari sono, spesso, più difficili da monitorare e da individuare, proprio per i comportamenti singolari e personali che possono avere, difficilmente potranno essere obiettivo delle consuete tecniche di ricerca e pesca, ma proprio per i loro comportamenti bizzari, non di rado cadono facili vittime in situazioni anomale. 

Il catalina - Una tra le armi da mettere in campo se si vuole aver ragione di una grande ricciola è l'esca ed il relativo innesco. Questi pesci sono molto selettivi in fatto di alimentazione. Al contrario di ciò che si pensa comunemente, i pesci non sono sempre affamati e pronti ad ingurgidare qualsiasi cosa, bensì hanno un'ampia scelta alimentare e quindi selezionano con cura le proprie prede. Per le grandi ricciole ci vogliono esche di una certa grandezza: calamari, muggini, lanzardi, tonnetti, lecce stella e barracuda. Oltre ad essere grande l'esca dev'essere innescata quanto più naturalmente possibile e per questo il catalina con un amo singolo è il sistema migliore. Si possono usare sia ami j-hook, che circle a seconda delle preferenze personali.