Pistis tutto il giorno
Una volta superato il piccolo borgo di Sant’Antonio di Santadi, si percorre una strada il cui nome anticipa lo spettacolo che, di lì a poco, si apre alla nostra vista: via Mar di Sardegna. Superato un dosso ecco che di colpo ci affacciamo al mare. A destra, verso settentrione, i primi bastioni rocciosi di Capo Frasca; di fronte a noi le ruvide scogliere e l’immenso mare; ma la strada panoramica “punta” verso sud, direzione Pistis. La spiaggia omonima si estende per poco più di un chilometro, esposta a ovest, nord ovest. È difesa da alte dune e da imponenti promontori che la separano dall’entroterra. Agli estremi troviamo gli insediamenti di Pistis e Torre dei Corsari. Per morfologia, esposizione, tipo di sabbia e fondale assomiglia all’immensa spiaggia di Piscinas, ma è lunga meno di un quarto di quest’ultima. Quindi uno spot meno dispersivo, che possiamo suddividere in tre settori principali: i due estremi e il centro spiaggia. Pistis è ben conosciuta dagli “indigeni” che la frequentano tutto l’anno, prediligendo la stagione fredda per la capacità che questa spiaggia dimostra di “tenere” il mare, permettendo l’azione di pesca anche quando il bollettino recita “tre metri d’onda”. Le scadute provocate dai venti occidentali sono le più indicate; bisogna essere veloci però, perché già il giorno dopo che il vento cessa di soffiare il mare è già quasi calmo. Fin qui siamo rimasti nel generico, ma la stagione che stiamo vivendo impone un approccio più specifico. La necessità (obbligo) di andare a pesca solo di giorno e al più all’alba o al tramonto, richiede una tecnica che si adatti al caso. Pistis fa al caso nostro: eccellente di notte (arriverà il momento in cui riconquisteremo la notte…) offre molti spunti interessanti anche di giorno. La presenza di scogliere vicine, anche quando si battezza come buono il centro spiaggia, facilita l’ingresso in scena di pesci che, durante le mareggiate, abbandonano le tane e la protezione di roccia e posidonia per nutrirsi tra le onde. Il fondo è morbido e l’azione del mare mosso solleva nubi di sabbia e alghe in sospensione che rendono opaca l’acqua di un mare altrimenti cristallino. Queste condizioni limitano e minimizzano gli svantaggi della pesca diurna e su tutti la difficoltà di trovare mimetismo. Praticamente, durante le mareggiate, non è necessario adottare soluzioni particolari, vanno benissimo gli stessi calamenti che si usano di notte. Attenzione, pregi e difetti spesso corrono insieme. La stessa “morbidezza” del fondo che aumenta la torbidità del mare fa si che le zavorre da noi utilizzate sprofondino velocemente; bisogna quindi, con una frequenza di una decina di minuti, sollevare il piombo per evitare che questo sia catturato dal fondo senza che noi riusciamo più a liberarlo.
“Il fondo soffice in pochi minuti inghiotte la zavorra che quindi va sollevata spesso dal fondo ”.
Due esche per Pistis
Una configurazione standard, ma molto adatta a questo spot, prevede l’utilizzo di parature a due ami. Trave di lunghezza intorno ai due metri, un bracciolo attaccato appena sopra il piombo, il secondo alto, abbastanza da permettere all’esca di fluttuare nella corrente. La lunghezza del bracciolo è da scegliere sul momento, ma utilizzando del rigido fluorocarbon possiamo azzardare sezioni più piccole e lunghezze maggiori, anche quando un nylon normale si aggroviglierebbe sotto l’azione delle onde. Tra le esche più gettonate, emergono due classici: bibi e gamberi. Il primo si innesca a “caramella”, utilizzando del filo elastico. Scelta la lunghezza desiderata, si stringe col filo elastico la sezione di bibi che vogliamo utilizzare, si taglia via l’eccesso e si innesca sul bracciolo (non ancora legato al trave) per mezzo di un ago con occhiello. La grandezza dell’amo deve essere adeguata alle dimensioni dell’innesco.
Anche per l’innesco del gambero si usa l’ago con occhiello. Si eliminano testa e coda, con l’aiuto dell’ago si innesca il gambero in modo che l’amo sia sul posteriore e si fissa tutto con filo elastico. Le orate e i saraghi amano queste esche e a Pistis le catture sono sempre di pregio, anche nelle ore centrali. La necessità di stare costantemente “sulle canne” impone un’azione dinamica, faticosa. Ma bastano poche ore a Pistis per soddisfare i nostri appetiti.
Commenti ()