Più forti... basta resistere!
E' opinione abbastanza comune che superare le difficoltà di questo periodo ci renda più forti. Ne sono convinti i commercianti, gli industriali e persino i politici. Probabilmente per altre ragioni, ma anche la pesca pare non sottrarsi a questa "speranza". In Sardegna poi il risultato rischia di essere ancora più evidente. A mio avviso infatti, mai come oggi, la pesca viene percepita nel suo insieme, quindi in tutti i suoi aspetti e in tutta la sua forza. All'esterno l'immagine dell'isola è legata profondamente al mare, quindi alle grandi spigole del surfcasting, alle ricciole più grosse e combattive della traina, ai tanti tonni ormai di taglia elevata del drifting, ma anche ai pesciolini della canna da riva, alle prede dello spinning e a quelle più impegnative della pescasub. Ma la Sardegna esprime una valenza non trascurabile anche nelle acque interne. Il riferimento alla carpa e al black bass è automatico, anche a livello agonistico, non per niente i migliori campi gara d'Italia, sono proprio qui. Senza considerare il capitolo a sé stante della trota macrostigma, animale di interesse sportivo, storico-culturale ma anche scientifico. Questa vivacità, pur sopita dalle difficoltà contemporanee, si manifesta inoltre, col prolificare in ogni angolo dei cosiddetti charter di pesca. Sarà anche la televisione e i tanti canali più o meno professionali, capaci però di rendere protagonista lo spettatore, ma percepisco una nascosta positività, nei contatti con gli operatori di qualunque livello, giustificabile solo dalle potenzialità di un fenomeno radicato, articolato e diffuso come appunto la pesca ricreativa e sportiva in Sardegna.
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