Pescatori Invisibili

Pescatori Invisibili

A leggere i commenti sulle diverse piattaforme circa il mancato rinnovo della Comunicazione obbligatoria al Mipaaf per la pesca sportiva in mare istituita nel 2011 con validità triennale e successive proroghe, ci sarebbe quasi da svenire. Secondo alcuni, infatti, saremmo addirittura fuorilegge, quindi senza alcun titolo per calare un’esca in acqua. Ma già allora non esisteva nessuna sanzione, oggi neanche l’obbligo. Forse non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi… o quasi. Dico quasi perché in questo frangente siamo nessuno. Invisibili come problema. Trasparenti nel calderone di cause e fenomeni che affligge il mare. Di questo dobbiamo convincere tutti e noi stessi in primis, troppo spesso supini di fronte agli interessi dell’accademico più ammanigliato, del rampante ambientalista e del politico di turno che ad ogni estempo- ranea tornata alza la voce e punta il dito. Forse negli alti piani ministeriali hanno già maturato questa certezza e le isteriche reazioni e minacce esportate da quegli uffici altro non sono che ridi- cole risposte a disordinate pressioni di decadenti gruppi lobbistici… forse. Di fatto la licenza a titolo oneroso per la pesca in mare è in cucina e il fuoco non si è mai spento. Il piatto ce lo presenteranno a prescindere dai colpi di coda della Fipsas che per rifarsi la verginità (ma ben venga) cerca lo scontro sui quotidiani nazionali. Ce lo presenteranno anche dopo lo sfacciato dietro-front di Basilio Catanoso, parlamentare di FI-PDL, firmatario tra gli altri, della dannata proposta di legge sulla Licenza. Purtroppo non c’è vaccino contro l’ignoranza e l’invidia. Rimane solo la speranza che una forte presa di coscienza compatti il fronte di circa due milioni di praticanti e tanto sia sufficiente a far rientrare ognuno nei suoi ruoli le varie figure in gioco.