Pescare Show 2020
Vicenza 2020. In un lungo fine settimana, dal 21 al 23 febbraio, si è consumato l’appuntamento più importante per la pesca sportiva nazionale, il Pescare Show: una mostra divisa in più ambienti, dedicata all’esposizione per le aziende nazionali e la vendita al dettaglio per i numerosissimi negozi e attività commerciali. Un Pescare show eccezionale per diversi motivi. In primis perché era palpabile l’esigenza tra gli appassionati di un tale evento, a testimonianza del fatto che la base c’è ed è assetata di novità ed è disposta anche a sacrifici logistici. Eccezionale perché si è giunti al paradosso che la nautica, da sempre vista come complementare alla pesca, è diventata, nel tempo, come minimo, co-protagonista. Eccezionale, per la quantità di testimonial e Pro staff coinvolti in tutti i settori. Eccezionale, tristemente, per il Corona virus, che ha suggerito ad alcune aziende di chiudere anzitempo. Questa prima analisi riporta, comunque, alla solita conclusione: manca un’associazione, sullo stile di Aipo, Fipo, Fiops, che sia però capace di riunire, in un importante evento nazionale, i grossi nomi della pesca ma anche le aziende di minori dimensioni, purtroppo in gran parte assenti a Vicenza. Tanto, non è sfuggito ai brand di elettronica e fuoribordo, presenti in grande stile perché incuriositi dai portatori di canna e mulinello, ma infine delusi in fiera, per lo scarso coinvolgimento delle aziende di pesca. E questo, potrebbe essere un fattore discriminante per la loro partecipazione all’edizione 2021. La speranza, secondo le voci di Vicenza, e che Italian Exhibition Group, società che gestisce anche la Fiera di Rimini, trasferisca, finalmente, l’evento in Adriatico. Vedremo. In chiusura, gli entusiasmi di alcuni operatori si sommano alla quasi indifferenza di altri. Il bilancio, nel complesso, al netto delle sfortunate contingenze, è sempre positivo ma l’indicazione è chiara: serve una svolta.
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