Pescando in Foce

Pescando in Foce

Tra le tante tecniche di pesca che si utilizzano per insidiare i pesci nelle acque interne, ce ne sono alcune che con qualche piccolo arrangiamento possono essere usate anche per cercare di ingannare i pesci di mare che abbondano nelle foci dei nostri fiumi e canali, e le più usate sono l’inglese e la bolognese. Le zone di mare si sa, sono sempre battute da vento più o meno fastidioso e i pesci che stazionano all’interno delle foci, spigole e cefali per intenderci, sono sempre molto sospettosi. Per far fronte a questi problemi, c’è una tecnica ancora poco utilizzata in foce, forse per via del fatto che è catalogata solo ed esclusivamente come tecnica d’acqua dolce: la pesca con la roubasienne. La pesca in foce con la lunga canna ad innesti ha sicuramente una marcia in più rispetto alle tecniche sopra citate perché ci permette di gestire alla massima distanza montature leggerissime con finali sottili che ci danno la possibilità di ingannare i pesci, ma grazie all’ausilio dell’elastico ammortizzatore ci permette anche di poter affrontare un combattimento con un pesce di buona taglia con un po’ di sicurezza in più rispetto all’inglese o alla bolognese. Con la bolognese, si fa fatica a stare in pesca con una montatura da 0,50 grammi a 13 metri di distanza quando si ha il vento frontale e qualcuno potrebbe ovviare al problema utilizzando la pesca all’inglese che si sa è nata proprio per far fronte a problemi atmosferici tipici della Gran Bretagna tra cui proprio il vento, ma se per vincere la diffidenza dei pesci devi scendere con il diametro del finale fino ad uno 0,08 allora anche con la tecnica inglese inizia a farsi dura soprattutto quando ad abboccare sono pesci sopra il chilogrammo di peso. Se peschiamo in foce, anche se l’acqua è salata e le prede sono pesci di mare, abbiamo bisogno comunque della licenza di pesca per acque interne dato che di acque interne si tratta e dopo questa importante precisazione che ci eviterà di incappare in situazioni fastidiose che spesso si concludono con una bella multa, andiamo a vedere l’attrezzatura che ci occorre per effettuare una corretta azione di pesca in foce con la roubasienne.

La canna
Per pescare in foce con questa tecnica non è necessario usare prestigiose canne "da bianco" di alta fascia, anzi mi sento proprio di sconsigliarne l’utilizzo perché le spigole ma soprattutto i cefali di taglia, partono come treni e non perdonano e visto che le canne costano, meglio non rischiare. Orientiamoci quindi tranquillamente sull’utilizzo di canne allround di seconda e terza fascia e se non ci sono impedimenti dovuti alla conformazione del luogo di pesca, tipo sponde strette o vegetazione affiorante che disturba, imposteremo l’azione di pesca a 13 metri.

L'elastico
La scelta dell’elastico è determinante nella pesca in foce ed il suo diametro andrà scelto in base al diametro dei finali ed alla dimensione dei pesci che potrebbero abboccare. Dato che useremo finali dallo 0,08 allo 0,11 massimo e potrebbe capitarci la “sfortuna” di agganciare un’esemplare di taglia, direi che un elastico pieno da 1,2 millimetri sia l’ideale. Se poi, come me, preferite pescare con l’elastico cavo, la misura da 2,0 millimetri andrà benissimo. Questa scelta non è casuale; preferisco usare il cavo perché montandolo a tensione quasi zero all’interno del kit con foro laterale per regolarne manualmente la tensione, mi permette dato il suo alto grado di allungamento, una volta agganciato il pesce di farlo allontanare immediatamente dalla zona pasturata, così da non infastidire ed allarmare troppo gli altri pesci che generalmente nelle foci sono molto sensibili ai rumori. Poi agendo manualmente sulla tensione, si riesce velocemente a ridurne la lunghezza e si può far rientrare all’interno del kit tutto l’elastico in più che il pesce immancabilmente si sarà portato a spasso fuori punta, stando però pronti a cedere nuovamente elastico nel caso in cui il pesce dovesse ripartire riprendendo il largo.

Montature
Le montature che si usano solitamente sono piuttosto leggere, quindi andranno bene galleggianti da 0,30 grammi a 0,75 massimo sempre a filo passante all’interno, per una maggiore robustezza, perché spigole e cefali se sono di taglia, sono veramente forti. La piombatura sarà raccolta quasi tutta vicino al galleggiante ed i restanti piombini che andranno a tarare definitivamente il galleggiante saranno spallinati verso l’amo perché l’esca dovrà scendere sul fondo nel modo più naturale possibile, proprio come le esche che useremo per la pasturazione. Quindi lenza madre dello 0,12/0,14, finali 0,08/0,11 e ami 18/20. Quando la pesca è rivolta principalmente al cefalo, che non a caso è croce e delizia dei pescatori in foce, si potrebbero avere seri problemi di pazienza, perché questi pesci, con il loro modo di relazionarsi con l’esca, sono in grado di spazientire anche la persona più calma di questo mondo. Si fanno tanti discorsi sul fatto che con l’esperienza si riesce a capire quando è il momento giusto per ferrare ed io sono il primo, ma con il cefalo tutto cambia e il consiglio che vi do è quello di non contare mai le padellate (ferrate a vuoto) che fate quando pescate muggini, perché sono sicuro che sarebbero una scusa per non provarci più.

 


Esche e pasture
L’esca che va per la maggiore per pescare in foce è il bigattino sia nell’innesco che nella pasturazione. Se la profondità lo consente, possiamo fiondare come pastura i bigattini sfusi, ma se invece la profondità è elevata, dovremo incollarli e magari aggiungere della ghiaia fine. Nel caso volessimo dedicarci solo alla pesca del cefalo, via libera agli sfarinati a base di pane e formaggio per pasturare e oltre ai bigattini come esca potremo usare anche il pane. Va bene quello classico francese a treccia reperibile nei negozi di pesca ma si può usare anche la famosa e sempreverde pastella di pane formaggio che possiamo prepararci a casa. E’ possibile utilizzare anche il pane per tramezzini, più morbido e compatto di quello per toast. Per un innesco perfetto dobbiamo ricorrere all’aiuto dei “bread punches” un "coso" di origine anglosassone che ci perme di ricavare dei dischetti di pane di varie misure e di appuntarli sull’amo velocemente.

Conclusioni
Quando decidete di effettuare una battuta di pesca in foce che sia all’inglese o con la bolognese, ed il vento vi impedisce di stare in pesca, o per via dello 0,12 che avete come finale non vedete una mangiata, armatevi di pazienza e provate, se ne avete la possibilità, a pescare la volta successiva con una roubasienne, magari con uno 0,08 come finale, io sono sicuro che noterete la differenza.

Consigli utili
1 Quando pasturiamo con gli sfarinati o con i bigattini incollati è sempre meglio limitare il rumore delle palle di pastura che cadono in acqua, quindi usiamo la coppetta. Per le larve sfuse, andrà bene una fionda piccola con elastici morbidi, l’ideale per fiondare a 13 metri.

2 L’impasto degli sfarinati è meglio farlo a mano, evitando l’utilizzo del trapano a batteria che con il suo rumore farà sicuramente scappare i pesci. Per eliminare i grumi di pastura che si formano quando la prepariamo a mano, basterà usare un setaccio a maglie medie.

3 Se usiamo come esca il pane che sia quello a treccia, la pastella o quello per tramezzini, quando portiamo la canna in avanti per fare entrare la lenza in pesca, dobbiamo evitare che l’esca tocchi l’acqua, dato che sono inneschi delicati e si sa il pane tende ad assorbire l’acqua e a disgregarsi velocemente. Per far ciò dovremo applicare sulla roubasienne una fascetta da elettricista in modo che la linguetta serva da appiglio per la lenza e una volta giunti alla distanza di pesca, sarà sufficiente ruotare leggermente la canna per far cadere la lenza in acqua senza che l’esca si sia bagnata prima, così il nostro delicato innesco avrà una tenuta maggiore e di conseguenza anche una maggior durata sull’amo.

4 Se la profondità è scarsa sarà utile lasciare una distanza tra punta della canna e galleggiante (bandiera) di 130/150 centimetri così da poter pescare con la canna leggermente spostata su di un lato e non sopra il galleggiante per evitare di insospettire ed infastidire i pesci.

5 Se peschiamo con il bigattino sia come esca che come pastura, dato che spigole e muggini sono molto diffidenti, il suo innesco dovrà avvenire appuntandolo sottopelle a metà del corpo, per permettergli una discesa in acqua naturale, parallela al fondo, esattamente come le larve che andiamo a lanciare con la fionda in acqua come pastura.

6 Un fattore molto importante, che potrebbe influenzare negativamente una battuta di pesca in foce è il cambio di marea, quindi sarà utile mettere come riferimento un picchetto in acqua vicino alla nostra postazione da pesca e segnare con un pennarello o con del nastro adesivo il livello dell’acqua che c’è quando iniziamo a pescare, così da poter intervenire e variare la montatura alla minima variazione di profondità.