Pesca alla passata
Nei mesi passati, abbiamo iniziato il discorso sulla tecnica di pesca al colpo più italiana che ci sia, la passata. Abbiamo caratterizzato le peculiarità di questo tipo di pesca, descritto le attrezzature, le prede e visto i rudimenti della tecnica. In quest’ultima parte della nostra “chiacchierata” sulla pesca “a passare” tenteremo di chiarire gli aspetti più tecnici. Abbiamo la nostra bella canna fissa, o la nostra bolognese, una cassetta colma di minuteria, galleggianti e ami d’ogni foggia e misura, fionde, sonde, lenze per finali e tanto altro…
La costruzione delle lenze
Da dove iniziamo? Direi che la prima cosa da prendere in considerazione è la costruzione delle lenze. Ci troveremo ad affrontare situazioni di pesca molto differenti tra loro, spot particolari con caratteristiche sempre simili ma localmente uniche e mutevoli. Quindi è bene cimentarsi in un po’ di teoria che si rivelerà utile per plasmare la nostra tecnica in funzione di tutte quelle piccole situazioni che rendono unica ogni pescata. Partiamo dallo schema base per una lenza da passata. Inseriamo il galleggiante sulla lenza madre e di seguito tre tubetti di silicone lunghi 4-5 millimetri che serviranno a bloccare il galleggiante ed a mantenerne la giusta posizione sulla lenza (possono bastare anche due, uno posizionato vicino al corpo del galleggiante ed uno in basso a fine deriva, ma in caso di rottura di uno dei due il terzo ci eviterà di dover tagliare il filo e rifare la montatura). Realizziamo poi a fine lenza un’asolina che ci servirà per collegare il finale, oppure leghiamo una micro girella utile al medesimo scopo. Completiamo la lenza aggiungendo il finale (da collegare con una giunzione asola-asola oppure legandolo direttamente alla girella) ed i pallini di piombo spaccati. La lenza è pronta, niente di più semplice in linea generale. Ora però bisogna capire come variare questa lenza base in funzione delle nostre necessità di pesca (continua sul giornale).
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