Paghi 2 e Prendi 1

Paghi 2 e Prendi 1

Da pochissimi giorni è possibile ritirare il permesso annuale di pesca in questa o quella Area marina protetta della Sardegna, leggasi Capo Carbonara, oppure Tavolara, ad esempio. Il costo dell’autorizzazione, naturalmente commisurato al periodo di 12 mesi, non viene però decurtato in proporzione al sistematico e cronico ritardo che accompagna il rilascio delle autorizzazioni. Come dire paghi 2 e prendi 1. Non solo, è recente l’introduzione di alcune norme che fissano in 3 chili il limite massimo di pescato giornaliero per singolo pescatore e in 5 chili il limite massimo per imbarcazione. A pensarci verrebbe da dire che, evidentemente, il prelievo sportivo è così significativo che anno dopo anno, aggiustando il tiro, si limita sempre di più la capacità di prelievo. Così giustifichi sia i 3 chili ad personam che i sei mesi di ritardo delle autorizzazioni. Dirlo no? Renderci partecipi dell’impoverimento della risorsa, oltrettutto a causa nostra, è sbagliato? Provocazione a parte, sbagliata di certo, secondo me, è la confusione che si è creata con i 5 chili. Il popolo osserva, che da sempre i 5 chili sono il limite massimo giornaliero individuale, non il limite ad imbarcazione. Area marina protetta o no. E’ vero che la legge non ammette ignoranza ma è anche vero che le istituzioni, soprattutto quelle periferiche, più vicine alla gente, devono favorire la conoscenza. Per fare un esempio, dopo una mattina di telefonate agli amici richiedenti l’autorizzazione di pesca a Capo Carbonara, non uno ha saputo con certezza, riferire circa i limiti del pescato. E allora, prima di rilasciare un’autorizzazione, se vogliamo difendere la risorsa e limitare le occasioni di imbarazzo del cittadino, perché non sottoporre il richiedente ad alcune domande fondamentali sulle regole che governano siti così sensibili? Come dire: vuoi l’autorizzazione a pescare, dimmi qual è il limite massimo giornaliero, oppure quali sono specie che non è consentito pescare, oppure....