Orate&Bocconi
Fare di necessità virtù, un vecchio adagio che nella pesca ha sempre avuto molto successo. Sono passati esattamente due mesi da quando il Covid 19 ci ha tenuto lontano dai nostri cari, dai nostri affetti e dal nostro mare. Finalmente, il 9 maggio, insieme a mio figlio Alessandro, posso riabbracciare (metaforicamente) l’amico Stefano Ghiani, insostituibile compagno di pesca. Le condizioni meteo non sono un gran che, in altri tempi avremmo rimandato l'uscita; ma siamo tre pescatori accaniti, costretti a mordere il freno per troppe settimane e quindi è deciso, si va a pesca! Come accennato, le condizioni meteo danno a ovest piatta totale, ma seguendo il vecchio adagio proveremo a sfruttare quella che in apparenza sembrerebbe una situazione da scartare. Maggio da sempre è mese di orate e decidiamo che saranno proprio loro il nostro obbiettivo di questa sessione di pesca e comunque vada l’importante e poter calpestare la sabbia.
Bocconi e granchi
I negozi di pesca sono ancora tutti serrati e le esche che portiamo con noi sono “antiche” ma ottime per il periodo: bocconi, granchi, gamberi e cannolicchi. Tra tutti, confidiamo di avere belle sorprese soprattutto sul granchio, un’esca molto gradita dall’orata. Un ultimo sguardo al meteo consiglierebbe di puntare verso qualche spiaggia a est, dove si sta verificando una bella scaduta da scirocco e levante. Ma la voglia di arrivare presto in spiaggia e le poche velleità che riponiamo in questa sessione, alla fine ci dirottano a ovest. Quando arriviamo in spiaggia troviamo una piatta quasi totale, come previsto. Con Stefano ci consultiamo e decidiamo che lui proverà a pescare nella parte più a destra dello spot mentre io occupo l’altro versante. Inizio subito con un assetto mirato alla pesca alle orate; quindi long arm e come esche granchi e bocconi. L’innesco del granchio che utilizzo è il classico a due ami, puntati sulla parte posteriore del carapace. Gli ami si legano a un lungo bracciolo in fluorocarbon, con sezione dello 0,30 circa. Per il boccone utilizzo un innesco a un solo amo. Dopo aver spaccato il duro guscio del boccone, ne estraggo solo la parte più coriacea e resistente, in modo che l’esca non sia attaccata dalla probabile minutaglia. Come per il granchio, bracciolo lungo e rigorosamente fluorocarbon. A piacimento si può fissare meglio l’esca sull’amo con qualche giro di filo elastico e l’inganno è pronto.
Il boccone premia
Piombi in acqua si comincia, e dopo circa mezz’ora è Stefano ad aprire le danze con un’orata di circa 800 grammi, arrivata sul boccone. Bene! Mi complimento con lui e via, di nuovo sotto le canne. Subito ecco un’oratella sulla mia postazione, promette bene. Ma ecco che Stefano richiama la mia attenzione su un attacco di serra su orata allamata, non bene visto che è ancora luce. Si prosegue e riesco a tirar fuori altre due oratelle. Sta calando il sole ed ecco arrivare sulla canna di Stefano la prima orata di taglia, ben 1100 grammi. Io continuo con catture più contenute ed ecco due grosse mormore e due anche per Stefano; peccato perché saranno anche le uniche. Stefano è fiducioso e dichiara: “Vedrai che stanotte arriverà la big”. Sono esattamente le 22.00 e il mio caro amico mi fa segnali con la torcia; immagino che abbia bisogno del mio aiuto, ma non è così, i giochi sono già fatti. Stefano ha già terminato il recupero di una preda favolosa. È lei, la big, ghiotta del boccone. Una cattura bellissima che ferma l’ago della bilancia a 3200 grammi. Si festeggia per la preda, già soddisfatti della giornata. Strette di mani, foto di rito e via sotto le canne. La stanchezza comincia a farsi sentire e decido di riposare un po’ sotto l’ombrellone. Ma prima sostituisco le vecchie esche. Per rendere l’inganno più resistente preparo delle “collane” di bocconi; infilo sull’amo tre bocconi, uno sopra l’altro e li fermo con pochi giri di filo elastico. In questo modo l’esca resiste più tempo in acqua. Utilizzo questo innesco quando voglio selezionare la pesca a solo esemplari di grossa taglia o quando, come in questo caso, voglio fare una pausa. È quasi passata un’ora e qualcosa mi dice che devo controllare. Con sorpresa trovo 3 canne spiombate; devo solo decidere da dove iniziare a recuperare. Inizio il recupero dalla mia destra, filo in bando e spostato completamente a sinistra, ma trovo solo un cannolicchio frantumato. Non sapremo mai cosa sia arrivato alla mia esca, qualcosa che ha spiombato la canna. Recupero la centrale ed ecco un'altra oratella. Con la coda dell’occhio controllo quella alla mia estrema destra, delle tocche mi segnalano la presenza di una preda in canna, ma neanche il tempo di arrivare al picchetto ed ecco una piega violentissima. Tolgo la canna dal picchetto… c’è qualcosa, ma sembra non opporre resistenza. Infatti è solo quello che rimane di una orata (ad occhio e croce tutta intera avrebbe pesato sui 700 grammi), segnale che i serra continuano a banchettare. Ci godiamo l’alba davanti ad un caffè preparato in spiaggia, non esco mai senza fornellino e caffettiera. Concludiamo la giornata di pesca soddisfatti, con un bel carniere di orate e soprattutto delle loro “mamme”. Finito di gustarci il nostro caffè, è tempo di smontare e tornare dalle nostre famiglie. Anche questa volta il mare ci ha riservato una sorpresa. Ma forse la soddisfazione maggiore è dovuta alla consapevolezza di aver fatto una bellissima pescata, sfruttando le uniche esche disponibili, in una serata che non avremmo pensato potesse essere così ricca. Fare di necessità virtù, e questa volta ci siamo riusciti. In questo periodo così difficile respirare aria di mare è stato proprio un toccasana, la cosa migliore dell’intera uscita a pesca.
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