Orata e Granchio
di Riccardo Dessì
L'estate dovrebbe essere il periodo migliore per la pesca alle grosse orate. Con il mio amico e socio di pesca, Luca Montis, frequentiamo le spiagge dell’ovest, da Buggerru sino a Pistis. Nella bella stagione cerchiamo spiagge isolate, dove sia possibile pescare anche qualche ora in diurna, senza dover per forza aspettare il tramonto. La pesca all’orata dà i migliori risultati quando il mare è in scaduta avanzata. Se infatti il mare è ancora troppo mosso non è possibile trattenere nella giusta posizione le grosse esche, ideali per sperare in una grossa cattura. A mare piatto la vita in mare è pressoché nulla, con unica eccezione i pesci serra. Quest’anno, dall’inizio della primavera, il Maestrale è stato quasi del tutto assente e quindi le poche finestre utili andavano sfruttate. Una di queste si è aperta il 29 maggio scorso. Abbiamo avuto tutto il tempo di studiare le condizioni meteo e alla fine abbiamo deciso di pescare in uno spot che però ha richiesto una lunga camminata nella soffice sabbia. Dalla sacca ho estratto la mia Huracan, una canna Trabucco che ha una potenza di 250 grammi, più che sufficiente per lanciare il più lontano possibile una grossa esca e una zavorra da 160 grammi a palla. Come paratura, per la pesca all’orata, ho usato un mono amo, con bracciolo in fluorocarbon dello 0,55 e amo del 2. L’orata adora per lo più il granchio, ma può essere utile avere anche dei grossi bibi e cannolicchi. Il mare, al nostro arrivo, era ancora troppo grosso e a nulla è valso utilizzare i piombi più grossi che avevamo a disposizione perché la corrente li risputava subito a riva. Finalmente, al tramonto, le condizioni sono migliorate. La nottata adesso sembrava promettente. Infatti ecco due bei saraghi, uno per me e uno per il mio socio. Poi, come spesso succede, abbiamo visto solo mangiate di piccoli pesci. Erano ormai le 4:30 e mancava poco all’alba. Abbiamo passato tutta la notte sostituendo le esche, cercando di mantenere il granchio il più vitale possibile. Chissà perché succede sempre così: proprio quando stavo preparando l’ennesima paratura su di una canna, ho notato con la coda dell’occhio che l’Huracan era in bando. E qui è successa una cosa che non mi sarei mai aspettato. Sono corso subito a vedere e al primo movimento della punta ho ferrato. Ho sentito il peso di una grossa preda ma non ho sentito una grande resistenza, tanto che ho iniziato ad avere dubbi che si trattasse di un’orata. La preda praticamente mi veniva incontro, facendosi trasportare dalle onde. Tutto questo sino a quando non è arrivata a circa 10 metri dalla battigia. È arriva la prima testata, seguita da una prima partenza paurosa. Il recupero è durato parecchio, con ripetute fughe che ogni volta mi portavano via decine di metri. Adesso so che questo è il classico comportamento delle grosse orate, quelle XXL, furbe tanto da sapere che le possibilità maggiori di fuga le hanno se conservano le forze quando arrivano in acqua bassa, dove il carico è maggiore per la lenza. Ma questa volta la strategia del pesce non ha funzionato ed io ho portato a riva una preda di oltre 4 chili! Devo ringraziare Luca che mi ha aiutato in tutte le fasi del recupero. Una sola vera beccata, una sola partenza in tutta la notte, ma ecco l’orata della vita!
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