Nuovi Spazi per la Pesca Ricreativa
Non c’è dubbio che il futuro della pesca ricreativa e sportiva in mare passi attraverso la Licenza di pesca, nel bene, e nel male dal nostro punto di vista, molto male. Infatti l’imposizione di un tesserino a pagamento non è un’esigenza sociale o economica, tutt’altro. Si tratta di una semplice prevaricazione promossa da una categoria di ope- ratori, in sofferenza ma organizzata, a cui certa classe politica pare prestare orecchio. E così si perpetua il continuo reiterare (ancora, per fortuna, senza successo) di una misura sempre più a vantaggio dei pescatori di professione che però mette a rischio l’esistenza di un’attività radicata, di notevole caratura sociale, sportiva ed economica. Dall’altra parte, mentre l’Europa pare voler riconoscere il fenomeno fino a quantificarne la consistenza e l’impatto, in Italia le autorità locali allentano la stretta e concedono permessi per frequentare le opere portuali e spazi dove praticare la pesca ricreativa. L’ultima lodevole iniziativa è a Civitanova. In questi giorni, infatti, sindaco e autorità locali, hanno inaugurato un corridoio ricavato sulla massicciata della diga foranea ad uso della pesca ricreativa. L’opera, una striscia di cemento con parapetto, è lunga circa 50 metri e viene accompagnata da un’ordinanza del Comandante della Capitaneria di Porto che dà libero accesso a tutto il Molo est. La notizia rappresenta un piccolo passo verso il naturale ed auspicabile percorso che le amministrazioni e i pescatori ricreativi dovrebbero intraprendere in tutta Italia. Un esempio che privati cittadini e associazioni di categoria dovrebbero proporre e replicare in tutti gli spazi possibili. Anche a Cagliari, ad esempio, nel canale Riu Saliu.
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