Norme e Decreti per la Tutela della Fauna
La situazione dei fiumi sardi presenta non poche complessità con alcune realtà in ottimo stato ecologico che si contrappongono ad altre fortemente degradate. Il carattere primitivo dei nostri corsi d’acqua è quello tipico per l’area mediterranea, torrentizio di tipo meridionale, con piene nei mesi invernali e magre fortissime in estate. I biotopi non si succedono con continuità a causa dell’andamento discontinuo del fondo e delle valli con inclinazioni che variano significativamente lungo lo stesso corso d’acqua. Questa realtà rende difficile la definizione delle zone ittiche che può essere semplificata in zona a salmonidi e zona a ciprinidi. Attualmente la situazione risulta ancora più complessa a causa della costruzione di opere idrauliche quali dighe, traverse, sbarramenti vari, canali e captazioni d’acqua che modificano le portate, i regimi idrici, le temperature. Tutto questo ha modificato le biocenosi e ridotto le aree per la sopravvivenza degli animali. In questa condizione ambientale, negli ultimi decenni, si è assistito anche all'introduzione di ben 14 nuove specie. Nonostante tutto la nostra realtà isolana è ancora in una buonissima condizione ecologica anche se manca un quadro normativo efficiente per la gestione e la tutela dei corsi d’acqua dolce. Attualmente, infatti, per quanto riguarda la gestione delle popolazioni ittiche delle acque dolci si fa rifermento al Decreto regionale dell’Assessore della Difesa dell’ambiente n. 412 del 10 maggio 1995 (continua sul giornale).
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