Non Possiamo Aspettare Immobili
Il tema è caldo e ancora non ci lascia sereni. Ma il fatto che non sarà più in discussione, almeno in un prossimo futuro, la licenza di pesca in mare a pagamento e l’assurda distribuzione dei relativi proventi paventata, ci lascia un po’ di respiro. Di fatto però bisogna registrare che da diversi anni il nostro mondo è oggetto di attacchi sempre più violenti, sempre più insidiosi. I nostri detrattori spostano l’asticella sempre più in là e il fatto di averla superata in quest’ultimo frangente non ci deve illudere. Anzi, dovremmo prepararci per un prossimo attacco che, visti i precedenti, sarà ancora più pesante, alla massima portata. Potrebbe essere l’ultimo, quello finale, quello decisivo, quello che ci vedrà infine soccombere. Potrebbe... Da una parte rivendicare spazi accessibili e misure contro il bracconaggio, norme che tutelino gli stock, invocare un tavolo di concertazione e una legge condivisa, non solo è scontato ma è sempre più urgente e imprescindibile. Ma non possiamo aspettare immobili una politica a sostegno delle nostre ragioni, non conviene, anzi è proprio sbagliato. Ci vuole azione, mobilitazione, sensibilizzazione, coinvolgimento della società, accesso alle scuole, alle parrocchie, sinergie. E forse è arrivata l’ora di una bella spolverata, di un nuovo modo di proporsi, magari social, digitale. Di una proposta che svincoli il pescatore da quella figura immobile davanti alla canna da pesca e il classico scarponcino aperto e appeso. Basta con il parlare tra di noi. Ci serve un’apertura all’esterno. Un concorso di idee, ad esempio, riservato ai giovani mi verrebbe di proporre, ma vista la necessità, probabilmente sarà meglio non escludere nessuno.
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