Nessun Dorma
Lo conosco da un pezzo, Massimo Tanda, dai primi anni ottanta. Eravamo soci dello stesso club di pesca subacquea, il Gruppo Icnos, ma, eccetto forse un paio di volte, non siamo andati a pesca insieme: lui già da allora era molto più bravo di me, nonostante i dieci anni che ci separano, ahimè, a suo vantaggio. Pescava già moltissimo, dando del tu a profondità a cui bisognerebbe dare del lei, se non del voi, con tempi di recupero sbalorditivi. So da più parti che pratica da anni quasi esclusivamente l’agguato. Conoscendo lui, immagino che si tratti dell’agguato profondo. Mi dicono che pesca nella schiuma. La cosa mi incuriosisce: vado a trovarlo. Ci abbracciamo come sanno fare i marinai e passo subito alle domande.
Allora, Massimo, non peschi più nel blu? Mi dicono che sei passato al celeste molto chiaro, che ti immergi in pochi metri d’acqua; quanti?
Da zero a tre, quattro metri, massimo cinque.
Me lo dice con un sorriso ma le parole sono serie. Come ci sei arrivato? (continua sul giornale).
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