Muggini Fuori Punta
Gennaio e Febbraio sono dei mesi un po’ antipatici per gli amanti della pesca al colpo con la roubasienne. Per me che pratico soprattutto la pesca nelle acque interne, in questi mesi carpe, carassi e scardole sono difficilissimi da insidiare e per riuscire a vedere qualche mangiata, così da poterne mettere in nassa qualche esemplare, c’è bisogno di attuare tutta una serie di accorgimenti che abbiamo visto ed analizzato tempo fa. Ma basta spostarsi di poco, arrivando alla foce dei fiumi o dei canali per trovare in buona quantità anche i cefali. Il cefalo è un pesce eurialino che quindi ha la caratteristica di sapersi adattare e sopravvivere anche in presenza di acqua dolce. Per questo motivo si possono catturare esemplari in punti di fiumi o canali distanti anche diversi chilometri dal mare. La diffidenza e la sospettosità del cefalo sono note e rendono ogni sua cattura speciale e specialmente quando fa freddo, riuscire a portare a guadino qualche bell’esemplare potrebbe essere motivo di orgoglio e soddisfazione personale. Questo tipo di pesca si differenzia parecchio da quella in mare aperto e i cefali delle acque interne, rispetto a quelli di mare, sono più sensibili ai rumori e se non vogliamo vanificare la nostra azione di pesca, dobbiamo sicuramente tenerne conto e proprio per questo motivo imposteremo la pescata in due modi differenti. Il primo sotto la punta della canna a 13 metri esatti e il secondo intorno ai 16 metri da riva ed in alcuni casi anche oltre, utilizzando però, sempre una canna a innesti da 13 metri.
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