Momento d'Oro per la Pesca Sportiva
Canta Vinicio Capossela in una struggente Pena dell’alma “… come levar dall’anima questa passion?”. Nel recente periodo di restrizioni il dilemma del poeta, dell’artista polistrumentista di Hannover, l’abbiamo vissuto anche noi pescatori e diportisti per il divieto di avvicinarsi alla spiaggia o alla barca. Oppressi da questa pena, inattesa per tutti, abbiamo pensato e sperato che in fine a questa sfortuna, la ripresa, la normalità, sarebbe stata ancor più carica di entusiasmo e “passion”. E infatti, pur con le difficoltà imposte dal lockdown, dati alla mano, l’articolo di Marco Falciano pubblicato sulla versione italiana della prestigiosa rivista Forbes, narra di un momento d’oro della pesca sportiva. Negli Stati Uniti, infatti, le richieste per licenze di pesca, tra marzo e maggio, sono cresciute del 30%. Le ricerche online sulla pesca sono aumentate del 300%. E mentre stimano una forte crescita nella vendita di piccole imbarcazioni, il settore pesca registrerà, globalmente, nel 2020, un buon +3%. In Europa, riporta Forbes, il comparto ha cifre considerevoli ma in Italia, per una legislazione inadeguata e anacronistica, le enormi potenzialità del settore restano al palo. Nell’articolo di Falciano, Ucina Confindustria nautica indica che circa il 30% della nautica da diporto, di lunghezza non superiore a 9 metri, sia destinata alla pratica della pesca sportiva e ricreativa, così come il 50% delle strumentazioni elettroniche di bordo vendute ogni anno. Eppure, conclude Forbes, esistono nel Vecchio continente, più realtà che, della pesca sportiva e l’attrazione turistica che ne deriva, hanno fatto la principale fonte di reddito. L’Italia, dico io, conta 2 milioni di pescatori, o forse 3, e un’infinità di piccole realtà che aspettano solo di essere lanciate e di contribuire al Pil del Paese.
Commenti ()