Mezzogiorno d'Ombrina
di Marco Pistis
In inverno le uscite di surfcasting sono spesso relegate alle ore notturne. È vero, nei cambi di luce e al buio l’attività dei pesci è sempre maggiore. Ma la stagione fredda porta con sè il grande vantaggio di poter pescare dalla spiaggia anche di giorno, una situazione impossibile nei mesi estivi, quando la legge vieta di praticare il surfcasting in diurna. E allora, sfruttando una bella giornata di fine dicembre, con mare montante, decido di trascorrere qualche ora a pesca. Come spot scelgo una spiaggia della costa ovest che conosco molto bene e che già in passato, con queste condizioni, mi aveva regalato delle belle soddisfazioni. Arrivo in spiaggia intorno a mezzogiorno e monto tutta l’attrezzatura osservando il mare. Le previsioni che davano maestrale in aumento e mare montante, sono confermate dalla condizione che trovo a pesca. Dalla sacca estraggo le mie canne ripartite in 2 pezzi, perché c’è bisogno di attrezzi che “tengano” il mare e siano in grado di lanciare pesi oltre i 200 grammi. Preparo una canna per la pesca con il vivo col lo 0,40 diretto (senza shock leader), trave dello 0,50 con attacco a tre vie e bracciolo finale sempre dello 0,50 su cui lego un amo Aberdeen adatto a un bel muggine vivo. Inizio con un piombo da 150 grammi, anche se con il passare delle ore ho dovuto aumentare il carico per via del moto ondoso in aumento e della corrente. Il primo lancio cade entro i primi 30 metri per non danneggiare la delicata esca ma anche per sfruttare una fascia d’acqua dove spesso nuotano le spigole.
Ombrina a mezzogiorno
Preparo anche una seconda canna, sempre in 2 pezzi, su cui ho monto un mulinello con lo 0,25 in bobina e shock leader conico sino a 0,52. A questo segue un trave da 0,50 per lo short rovesciato: un fluorocarbon dello 0,30. Sull’amo del 4 ho innesco un cannolicchio fresco e sgusciato, ben legato con il filo elastico. Non passa molto che vedo una bella beccata sulla canna innescata con cannolicchio. Da subito il recupero si dimostra molto impegnativo. Dalla resi- stenza e dalle testate, mi pare si tratti di una grossa orata. La preda è davvero molto combattiva, inoltre, le ultime fasi della cattura sono sempre le più difficili e il rischio di comettere qualche errore è molto alto. Il pesce, sfrutta il gradino che la risacca sta formando, tentando più volte di riprendere il largo e alla fine, per spiaggiarlo, sono costretto a entrare praticamente in acqua anche se sino all’ultimo ho temuto di non farcela. Ma la fine... Alle fine c’è una grossa sorpresa: non si tratta di una grossa orata ma di una grossa ombrina, stimata appena sotto i due chili e mezzo. Un pesce comunque stupendo, la cui cattura è sempre un trofeo importante, visto che è diventato sempre più raro il suo incontro. A questo punto mi sento già appagato. Ma, intorno alle 16:30 arriva la seconda bella sorpresa. Nota che la canna innescata con il muggine ha la lenza in bando. Vado andato a controllare e subito capisco che avevo il pesce in canna! Il recupero è tranquillo, molto meno problematico rispetto al precedente. E questo mi fa capire che molto probabilmente si tratta di una spigola, pesce, alla luce dei fatti, meno combattivo rispetto all’ombrina. Infatti, nonostante il mare già più agitato, riesco a portare la preda a riva. Appunto una spigola del peso appena sotto i 3 chili. Intanto fanno la loro comparsa le alghe. Me lo aspettavo. Di solito è così con il mare montante, prima o poi arrivano, anche se sul momento continuo a sperare che non mi mandino via. Appena dopo il tramonto, però, decido di smontare, ormai è diventato davvero impossibile continuare. Il vento è forte, frontale, non mi permette di superare nel lancio le onde e, a riva, si è già accumulata un bel po’ di posidonia. Insomma, un’uscita veloce, condensata nelle ore di luce del pomeriggio che però mi ha dimostrato come, con le condizioni ideali, si possa pescare anche quando il sole è ancora alto.
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