Mettiamole al Sicuro
La fase più delicata della cattura di una preda è sicuramente il recupero. Dopo essere riusciti ad attirare le prede sotto al nostro galleggiante e averle invogliate a mangiare, è necessario riuscire a ferrarle ma, soprattutto a recuperarle. Se si tratta di piccoli esemplari, il recupero non pone grossi problemi. La resistenza offerta da pesci di pochi etti, pure se molto tenace in alcuni casi, non dà adito a grosse difficoltà, a meno di non aver montato un terminale molto sottile (0,08 ad esempio) e a meno di non trovarsi su un fondale molto ricco di ostacoli. Con queste prede è sufficiente l’elasticità della canna e un po’ di frizione. Ma se all’amo abbiamo agganciato qualche bestia da chilo o da più di un chilo, le cose possono diventare complicate. Fughe molto veloci, puntate sul fondo, testate e resistenza anche molto lunga, possono metterci in difficoltà, soprattutto nelle prime fasi. Successivamente dopo aver superato, si spera con successo, le prime resistenze, bisogna comunque operare con grande pazienza. Le grosse prede spesso se ne stanno bene in profondità e sembra non si stanchino mai nonostante le nostre prudenti forzature a farle salire a galla. E’ importante non avere fretta e stare tranquilli, prima o poi coglieremo i segni della stanchezza. Ovviamente, affinché tutto vada a buon fine, il guadino è indispensabile. Vediamo però prima come comportarci nel recupero (continua sul giornale).
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