Mesto rientro
Perdere un amico, in questi tempi di valori morali quanto meno incerti, non è un lusso permissibile. Perderlo poi per una tua leggerezza, per una mancanza nei confronti di chi raramente ti aveva tradito, fa davvero male al cuore. Era un amico di quelli veri, certo non lo avevo mai portato con me in pizzeria né gli avevo mai confidato problemi di cuore o incertezze sul futuro lavorativo, però avevo trascorso con lui giornate superbe anche quando c’era poco o niente da fare perché così si fa tra amici, si dividono momenti belli ed altri meno. Gli inizi non erano stati esaltanti, ci eravamo conosciuti in un negozio (il mitico Ideemare) e l’esperto Tino me lo aveva presentato esaltandone le caratteristiche ed addirittura gli aveva dato un voto 10 per rapporto qualità/prezzo. Lo avevo subito messo alla prova in un caldo pomeriggio alla fine di luglio dello scorso anno ma avevo subito fatto i conti con la sua durezza…di carattere. Tornavo in acqua dopo un anno di assenza per malattia (poliposi) e dopo due operazioni chirurgiche non vedevo l’ora di provare sia le mie orecchie rimesse in sesto sia il mio nuovo amichetto. Forse per il mancato allenamento o forse per un’esagerata tensione da parte sua, non riuscii a provarne l’efficienza se non ricorrendo al soccorso di Vincenzo, il mio sodale sardo-fiorentino, col quale dividevo la battuta di pesca. Purtroppo le incomprensioni rimasero per settimane, uscire con lui a pesca era sempre difficoltoso e cominciavo a dubitare sulle sue effettive qualità quando il salto nel nostro rapporto avvenne con la nuova asta a pinnette e l’elastico circolare. Aveva sempre il vizio di sparare un po’ alto però il mio nuovo arbalete cominciò a prendere pesci sempre più belli. L’esaltazione avvenne ad un anno esatto (il cinque luglio di quest’anno) con un carniere eccezionale fatto di orate splendide, saraghi, muggini ed una spigola, la migliore pescata della mia vita. A Natale avevo regalato al mio amico un’asta dell’ultima generazione, con aletta a scomparsa e tre pinnette australiane e lo avevo visto sinceramente commosso. Ma eccoci al fattaccio (continua).
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