Mesi da Saraghi
di Mauro Mocci
Tra tutte le prede tipiche del surfcasting, il sarago è una di quelle che preferisco. È una preda maestosa che può raggiungere anche una taglia interessante. Esemplari oltre il mezzo chilo sono considerati di tutto rispetto, ma se arriva la cattura oltre il chilo, l’emozione è unica. Il periodo migliore per questa pesca è l’inverno e tutta la primavera. Ma già ad ottobre, se ci saranno delle mareggiate importanti, accompagnate da bassa pressione, potremo provare a cercarli nella schiuma. Personalmente pesco principalmente in costa ovest. Tra le tante spiagge a mia disposizione, se voglio cercare i saraghi, scelgo quelle che hanno vicino rocce e scogliere. La condizione miglio-re si ha con mare in scaduta. Dalle nostre parti questo coincide con le giornate successive alle mareggiate prodotte dal maestrale e dal libeccio.
Attrezzi da saraghi
Come canne utilizzo quelle che mi permettono di restare in pesca anche con mare molto mosso. Ho due nuovissime canne della Maver: la Game Over, una due pezzi con una potenza da 4 a 8 once che sfodero quando le condizioni sono al limite e la MV-R da 3, 6 once. Ma nella sacca, in queste situazioni, ho sempre le “storiche” New Rip della Ultramarine. Come parature utilizzo il classico short rovesciato, con lunghezza di circa un metro e mezzo e bracciolo finale in fluorocarbon. Le esche adatte a questa pesca sono davvero tante: grossi bibi, cannolicchi, seppie, sia intere che a strisce e i gamberoni argentini L1 e L2. Ma per descrivere meglio questo tipo di pesca, ecco una breve esposizione di un’uscita fatta lo scorso aprile.
Evviva i gamberoni
Con i miei compagni del Coxinas di Villacidro, ogni anno ci sfidiamo in un campionato interno dove bisogna dichiarare le uscite valide ai fini della classifica. A metà aprile, con l’amico Andrea Tocco, abbiamo deciso di sfruttare una scaduta di libeccio e abbiamo scelto come spot la parte settentrionale della spiaggia di Piscinas. Al nostro arrivo abbiamo trovato una forte corrente che unita ai 180 cm d’onda ci hanno costretto a usare zavorre oltre i 200 grammi. Per fortuna l’altezza dell’onda è scesa durante la notte. Volevamo sfruttare il tramonto e siamo arrivati quindi nel tardo pomeriggio. Andrea ha iniziato ad avere attacchi da subito ed ha spiaggiato un bel sarago che ci ha dato la carica. L’esca che si è rivelata in assoluto la più catturante sono stati i gamberoni. Soltanto quando è calata la notte ho iniziato ad avere anche io delle belle beccate. Mentre preparavo degli inneschi ho visto una delle canne spiombate e poi ecco una gros-sa piega. Il recupero è stato da subito problematico. Mi sembrava di rimorchiare un blocco in cemento; poi è stato lui a rimorchiare un po' me verso la battigia, con fughe laterali impressionanti. Il sarago, se è di grossa taglia, mostra una grande combattività che si manifesta con le classifiche testate. Alla fine eccolo! Un sarago maggiore da 1270 grammi che per me rappresenta il record personale. Ho subito rinfrescato le esche con un nuovo giro di gamberoni. I saraghi si muovono in branco e quando arriva una cattura bisogna accelerare l’azione per sfruttare il momento buono. E infatti, in successione, sono arrivate altre tre catture bellissime anche se non più grandi della prima. La pescata è finita con la rotazione del vento, l’arrivo delle alghe e la pioggia. Tutte condizioni estreme che però ci piacciono perché questo è il “tempo da saraghi”, quello che piace agli appassionati di surfcasting.
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