La pesca sportiva o ricreativa è una disciplina praticata da sempre che viene tramandata di generazione in generazione attraverso memorie scritte, ma soprattutto attraverso racconti orali.
Chi si avvicina per la prima volta a una tecnica di pesca, come il bass fishnig, per documentarsi può attingere da due tipi di fonti: scritte e orali. Esiste tantissimo materiale scritto, come vecchie riviste del settore, forum online più o meno recenti, dove si trovano discussioni tra i pochi appassionati che possedevano un computer e una connessione internet. Se poi a queste aggiungiamo le memorie orali, il discorso si amplia ancora perché dobbiamo considerare tutte le testimonianze di nonni e zii e dei loro ricordi di gioventù. Queste informazioni, da sempre sono state molto utili ai novelli pescatori che, sfruttando la solida base di partenza, hanno potuto innovare il bass fishing. Negli anni anche l’attrezzatura ha avuto una notevole evoluzione: canne, mulinelli, fili, artificiali, nonché tutte le strumentazioni di bordo come ecoscandagli e motori elettrici che ormai hanno raggiunto livelli qualitativi e performance esagerate rispetto al passato. Ma è doveroso ricordare che, insieme a utili consigli, da decenni sono stati ereditati anche numerosi falsi miti che ancora oggi rimangono difficili da sfatare. Questo articolo si propone di fare un po' di chiarezza a riguardo, così da provare a spiegare quale sia la realtà dei fatti.
Carpe carnivore e bass - È credenza diffusa che le carpe predino i black bass e che per questo motivo, le catture in certi bacini tardino ad arrivare. Nulla di più falso! Le carpe sono pesci erbivori che si nutrono di alimenti vegetali e che predano soltanto piccoli insetti. I persici trota, a differenza delle carpe, sono carnivori e si nutrono dei piccoli ciprinidi. Gli unici pericoli per il black bass sorgono durante la frega, in quanto le carpe si cibano anche delle uova che vengono deposte. E magari si eclissa per il continuo grufolare sul fondo, che determina un cambio di colore delle acque dovuto alla sospensione dei granelli di terra e di sabbia, ma questi non risultano essere fattori fortemente incisivi, tali da portare a un importante diminuzione della popolazione di “boccaloni”. Le cause delle mancate catture andrebbero ricercate altrove, ad esempio nelle condizioni climatiche, nella selezione dell’artificiale, dello spot e nel corretto utilizzo delle attrezzature.
“Il bentu de sobi non è altro che lo scirocco, un vento caldo proveniente da SE. Secondo le memorie tramandate di generazione in generazione, quando soffia questo vento il pesce non mangerebbe...”.
Bentu de sobi no abboccada - Quanti sardi avranno sentito dire la famosa frase: “A bentu de sobi no abboccada!”. Il “bentu de sobi” non è altro che lo scirocco, un vento caldo proveniente da sud-est. Secondo le memorie tramandate di generazione in generazione, quando soffia questo vento il pesce non mangerebbe e per questo andare a pesca risulterebbe pressoché inutile. Su questa teoria si cela un velo di verità, ma sicuramente vi è stata un’estremizzazione dell’influenza esercitata dal fattore climatico. La realtà dei fatti è che lo scirocco, nel periodo estivo, porta a un drastico calo dell’attività predatoria del nostro amico bass (come spiegato nei precedenti articoli) e di conseguenza diventa molto difficoltoso stanarlo. Ma attenzione, anche durante queste condizioni meteorologiche, con le giuste accortezze si può trovare la strategia vincente per la cattura. Durante le altre stagioni invece, in particolare in inverno, il vento proveniente da sud-est permette un leggero aumento delle temperature e il conseguente incremento dell’attività del bass. Pertanto il famigerato “bentu de sobi” non è sempre un nemico.
"Le cause delle mancate catture andrebbero ricercate altrove, ad esempio nelle condizioni climatiche, nella selezione dell’artificiale dello spot e nel corretto utilizzo delle attrezzature.".
Esche troppo grosse - Spesso e volentieri, anche i pescatori che praticano con una certa frequenza la disciplina del bass fishing, considerano certe esche, in particolare le swimbait, di dimensioni esagerate per la ricerca del black bass. Addirittura si pensa che arrivino a spaventarlo. La verità è che determinati artificiali nascono per la ricerca dei pesci più grossi, che in natura si nutrono di prede di grosse dimensioni, perfettamente rappresentate dalle swimbait e non solo. In questi ultimi anni, anche in Sardegna, è stato ampiamente dimostrato l’incredibile potenziale di questi particolari artificiali che hanno permesso la cattura di esemplari over size, trofei che non si vedevano da decenni, se non di rado e per cause fortuite.
Prelievo o rilascio - È ancora radicata la convinzione che prelevare i grossi esemplari di black bass non arrechi alcun danno per la sopravvivenza della specie; in fondo che sarà mai un pesce all’interno di un lago vasto diversi chilometri? Questa visione superficiale nasce da un’analisi poco accurata e insufficiente dei vari fattori. È vero, un bass in meno non determina l’estinzione della specie, se fosse realmente un solo bass! Bisogna considerare che questo pensiero non echeggia nella mente di un solo pescatore, ma di tanti pescatori. Pertanto i bass prelevati in totale sono davvero molti. Non è tutto, mentre di bass di piccola taglia se ne possono trovare a migliaia, con i boccaloni di grosse dimensioni il discorso cambia in quanto, non tutti gli esemplari sopravvivono per molti anni utili al raggiungimento di determinate dimensioni. Pertanto prelevare un big bass significa abbassare drasticamente la possibilità di pescarne altri, ma non solo, essendo anche i principali riproduttori si mette a rischio la sopravvivenza delle future popolazioni.
Prima si pescava di più - Diciamolo pure, spesso e volentieri i ricordi sono più rosei rispetto a ciò che succedeva veramente nel lontano passato. È improbabile trovare un pescatore che confermi un miglioramento delle condizioni di pesca presenti rispetto a quelle passate. Ma come stanno effettivamente le cose? La verità è che ogni specchio d’acqua ha le sue peculiarità. In molti casi purtroppo vi sono meno pesci rispetto al passato a causa di eventi calamitosi, a causa dell’eutrofizzazione delle acque, per via di un eccessivo bracconaggio o magari per l’immissione di altri pesci che hanno distrutto gli equilibri di un ecosistema, ma anche più semplicemente a causa di periodi particolarmente siccitosi. In molti altri casi invece, la causa delle minori catture la si trova nelle capacità di cattura del pescatore e nell’astuzia del bass. I boccaloni, a causa dell’elevata e costante pressione di pesca, imparano a percepire il pericolo, specialmente i big bass che hanno un vissuto sicuramente più importante. Per questo motivo il pescatore, per poter trovare gli esemplari che si pensa siano ormai scomparsi e che più semplicemente sono diventati più difficili da ingannare, dovrà reinventarsi, uscendo dalla comfort zone, utilizzando le tecniche e gli artificiali idonei, ma soprattutto studiando la situazione attuale, abbandonando il modus operandi del passato.
Bassi fishing e social - Con l’avvento delle piattaforme digitali e dei social, si sono create diverse community che favoriscono la circolazione delle informazioni. La possibilità di documentare le catture attraverso materiale video e fotografico permette di capire in tempo reale come e quando gli altri pescatori stanno catturando e la comunicazione attraverso i social aiuta lo scambio di opinioni a livello mondiale. Questi strumenti, non riusciranno mai a sfatare tutti i miti, in fondo dietro lo schermo ci sono pur sempre degli uomini, ma sicuramente vi sarà una maggior consapevolezza e conoscenza della materia.
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