Mai più sardi untori
Ci risiamo. Il candido bianco che per alcune settimane ci ha distinto dal resto d’Italia si è colorato, e non di giallo come la scala colori ci aveva abituati, direttamente di arancione, come vuole la normativa più recente. Riprende quindi il tran tran delle limitazioni, delle interpretazioni, delle lamentele, dello sconforto, della disperazione. Tutto in compagnia di un programma di vaccinazioni che stenta a decollare per cause non sempre trasparenti, al contrario di quanto avviene Oltremanica dove una situazione piuttosto critica sta rientrando nella normalità per via di una campagna vaccinale efficiente. È passato perfino l’attacco a un vaccino, proprio quello inglese. Quella campagna sì che ha funzionato, fino al ritiro del farmaco e alla successiva riabilitazione da parte dell’Ema, nonostante il successo in Gran Bretagna dello stesso prodotto inoculato a milioni di persone. Detto ciò, la Sardegna rimane un’isola, di per sé privilegiata in questa situazione. Resta da vedere se tanto sia un vantaggio sufficiente per tornare presto in zona bianca e di qui, vaccino permettendo, verso la totale normalità, oppure sia motivo d’invidia o altri inconfessabili interessi, tanto da consentire un incontrollabile traffico verso le aree turistiche che già in passato si è rivelato causa del rapido diffondersi del virus. Mai più sardi untori! E mai più sardi infettati. Nonostante gli esempi scellerati di socialità spinta, i sardi hanno dimostrato di essere una popolazione virtuosa. Adesso vogliamo tornare a vivere, a produrre, e infine riappropriarci delle nostre barche, ebbene sì, per andare a pesca.
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