... Ma l'America è lontana...
Sono passati i tempi d’oro, quando i tonni pesavano 200 chili e l’eco delle catture giungeva fino alla Middle Europe. Allora, frotte di appassionati valicavano le Alpi per l’emozione di una cattura, incentivati anche da milionari montepremi che le più lungimiranti amministrazioni raccoglievano in occasioni dei più importanti eventi sportivi. Periodi indimenticabili, ancora senza regole ma certamente entusiasmanti e capaci di sostenere un’industria del settore che in Italia già vantava livelli di eccellenza. Mi fa specie, quindi, alla luce della nostra realtà e Mediterranea in generale, leggere sulle più accreditate riviste americane (TacklTrade World marzo 2013), che negli Stati Uniti le vendite di attrezzatura da pesca negli ultimi 5 anni hanno subito l’incremento del 16% e il numero dei pescatori (60 milioni) è cresciuto dell’11%. Ma il paradosso è un altro, nel paese guidato da Barack Obama, alla pesca ricreativa si attribuisce non solo il merito di sostenere significativamente l’economia degli States, ma anche quello di contribuire al successo delle politiche di conservazione delle specie. Purtroppo non esiste un parallelo in Italia, anzi con tristezza e vergogna registriamo un’evidenza diametralmente opposta, oramai cronicizzata attraverso decenni di cecità e superficialità politica. E certo non vale e non varrà, nello specifico, il contentino delle 40 tonnellate, relativo alla quota di prelievo concessa in Italia al pescatore sportivo/ricreativo per il 2013, valido forse a non far insorgere la categoria, ma assolutamente privo di efficacia in termini economici, sociali e ambientali. Già... l’America è lontana!
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